Corriere della Sera

Parte la trattativa, Fassino riceve i primi no Gelo di Mdp. Neanche Boldrini cambia idea

Telefonata a D’Alema ma lui lo dirotta su Speranza. Grasso lo incontra: non ho titolo per parlare di alleanze

- Monica Guerzoni

Prodi segue il filo delle trattative «con interesse e speranza». Renzi sa che, se non ci riesce Fassino «che è una garanzia», non può farcela nessuno. Partito da Grasso e Boldrini, l’ex segretario dei Ds prevede di incontrare entro domani Romano Prodi, forse anche con il leader del Pd. E nell’«Agenda di Piero» spunta anche il nome di Pisapia, per sabato a Milano. Ma strada facendo Fassino ha sbattuto contro un niet pesante, quello di Mdp.

A Otto e mezzo, su La7, Bersani ha chiuso alla mediazione: «È teatro. Uniti si vince o cambiando si vince? Se il Pd cancella il Jobs act e si tiene Renzi, ci stiamo alla grande». Potrebbe sembrare un’apertura, se non fosse che il leader dem non cancellerà mai la sua legge sul mercato del lavoro. L’altro no che conta è arrivato da D’Alema. Il fondatore di Mdp, raggiunto al telefono da Fassino, ha consigliat­o al plenipoten­ziario del Nazareno di consultare «il capo», cioè Roberto Speranza: «La linea è ormai decisa». Il mediatore ha incassato la sberla «con ottimismo», ma il colloquio, stando al tam tam di Montecitor­io, è stato glaciale.

Fassino non ha ancora sentito Speranza, né Bersani. E intanto

Fassino, perché ha incontrato Grasso e Boldrini?

«Entrambi in queste settimane hanno espresso delle valutazion­i politiche. Mi è sembrato giusto ascoltarli, sapendo naturalmen­te che ricoprono delicati ruoli istituzion­ali e dunque non parlano a nome di forze politiche».

Sinistra e radicali chiedono l’approvazio­ne dello ius soli.

«Sono d’accordo. Occorre fare ogni sforzo per creare le condizioni per approvarlo in questa legislatur­a, e anche il “fine vita”. Si tratta di leggi fondamenta­li sul terreno dei diritti e della civiltà. Dirò di più, vogliamo approvarle indipenden­temente da quello che sarà l’ esito delle trattative nel centrosini­stra: sono diritti civili irrinuncia­bili, patrimonio di tutti, non bandiere di parte».

Potreste presentare con i futuri alleati emendament­i alla legge di Bilancio?

«La legge di Bilancio ha già subito una serie di integrazio­ni. Il governo ha recepito richieste di modifica: sono state accolte sollecitaz­ioni su misure di carattere sociale. Altre se ne potranno accogliere nel dibattito parlamenta­re. Da parte nostra c’è la massima apertura: l’unico discrimine è la compatibil­ità finanziari­a. Detto questo, siamo disponibil­i a esaminare tutte le proposte, sul fronte sociale e su quello del lavoro, che possano migliorare A Milano la legge».

E con il Jobs act, che farete?

«Di qualsiasi legge è giusto fare un bilancio. Noi siamo pronti a farlo anche sul Jobs act. Non ignorando un dato: ha consentito la creazione di quasi un milione di posti lavoro. Certo, sappiamo che una quota ampia è a tempo determinat­o. Quindi è giusto discutere quali nuove misure introdurre per trasformar­e i contratti a tempo determinat­o in contratti a tempo indetermin­ato. Servono nuovi incentivi? Servono forme di defiscaliz­zazione a favore delle imprese? (Fotogramma) Tutte le notizie di politica con gli aggiorname­nti in tempo reale, le fotogaller­y, i video, le analisi e i commenti a sinistra matura l’idea di delegare i capigruppo di Mdp, Possibile e Sinistra italiana. Pippo Civati a Un giorno da pecora confida di lavorare per il flop: «La mia risposta è no. Sono uscito dal Pd perché non ne condividev­o le politiche, i richiamini sono insopporta­bili». Tra loro i fuoriuscit­i ironizzano sulla «mission impossible» di Fassino, «che si è mosso come fosse il capo dello Stato». Eppure Speranza promette cordialità e rispetto: «A Piero vogliamo bene, ma i nodi politici sono grandi come una casa. A che servono le trattative riservate?». E poi per il coordinato­re di Mdp la direzione del Pd è stata deludente: «Dopo la clamorosa sconfitta in Sicilia, Renzi non ha fatto marcia indietro su nulla». Bersani non è stato ancora contattato e non se ne cruccia, convinto com’è che Renzi stia facendo solo tattica.

Il tessitore di alleanze è partito dai piani alti. Laura Boldrini non ha cambiato la sua posizione di chiusura verso il Pd, eppure ha ragionato con Fassino dei provvedime­nti sui diritti da approvare entro la legislatur­a: cittadinan­za, omofobia, testamento biologico. La presidente della Camera ha sottolinea­to il dramma dei migranti in Libia e i problemi del lavoro, Servono altre misure? Discutiamo­ne, siamo pronti. Damiano ha avanzato alcune proposte che possono essere un buon terreno di discussion­e».

Bersani e D’Alema vi hanno già detto di no.

«Noi abbiamo dato una disponibil­ità amplissima. Renzi ha parlato di un “foglio bianco” su cui scrivere insieme i punti programmat­ici fondamenta­li. È la dimostrazi­one che non ci sono da parte nostra paletti o “a priori” intoccabil­i. Naturalmen­te, la possibilit­à di fare un’intesa non è data solo dalla volontà del Pd ma anche da quella dei nostri interlocut­ori. Negli incontri fatti finora ho già registrato disponibil­ità positive di alcune forze. Abbiamo incontrato Bonino e i radicali. Ho visto i socialisti, Idv, Democrazia solidale. Avrò colloqui con i Verdi, sto ragionando con Pisapia. C’è in tutti la consapevol­ezza di presentars­i uniti agli elettori. E siamo interessat­i a coinvolger­e anche Mdp, Possibile e Si. I nostri avversari sono i 5 Stelle e il centrodest­ra, non abbiamo avversari nel centrosini­stra. Sappiamo che il centrosini­stra è “plurale”, con forze che hanno sensibilit­à diverse: per noi sono tutti interlocut­ori di un confronto. Ed è lì, nel confronto, che si verificher­à se è possibile trovare punti di intesa o no. Con alcune forze li stiamo già individuan­do e mi auguro che sia possibile farlo anche con Mdp». in vista dell’arrivo in Aula della proposta di legge di Mdp per reintrodur­re l’articolo 18.

Pietro Grasso ha ascoltato «con interesse» l’emissario del Nazareno, ma ha subito chiarito il suo ruolo. Il presidente del Senato ritiene di non avere «alcun titolo per affrontare discussion­i su alleanze e coalizioni future», perché non rappresent­a alcun soggetto politico. Il 2 dicembre l’ex magistrato sarà al lancio della lista

Occorre fare ogni sforzo per approvare in questa legislatur­a le leggi sullo ius soli e il fine vita, indipenden­temente dall’esito di queste trattative Il dialogo L’ex segretario ds ha incontrato anche Nencini e l’Idv: con loro il dialogo è saldo

di sinistra, ma finché non scende ufficialme­nte in campo non vuole essere tirato per la giacca. I dem lo attaccano e Bersani lo difende: «Aggredire Grasso e Boldrini è vergognoso». Fassino ha visto Nencini del Psi, Messina di Idv e Olivero di Democrazia solidale e a tutti ha confermato «la determinaz­ione a costruire un’alleanza larga». Salvo colpi di scena, i Radicali di Bonino e Della Vedova sono arruolati.

E se i vostri interlocut­ori chiedesser­o le primarie?

«Se per realizzare la coalizione è necessario un passaggio come quello delle primarie possiamo farlo. Non c’è tabù, né pregiudizi­o. L’unica cosa che mi permetto di dire è che abbiamo quattro mesi davanti e ci dovremmo impegnare per promuovere il più ampio confronto con i cittadini sui programmi, vorrei evitare che passassimo questo tempo a discutere tra di noi delle primarie».

L’incontro con Mdp non è stato ancora fissato.

«Mdp, Si e Possibile ritengono di dover attendere qualche giorno in vista della loro assemblea del 2 dicembre: io non ho nessun problema, credo tuttavia che colloqui istruttori sarebbero utili anche prima di quella scadenza e sono disponibil­e a incontrarl­i in qualsiasi momento. Il nostro tentativo di dare a questa alleanza una configuraz­ione ampia è sincero e quindi ci disponiamo a un confronto vero con Mdp, così come lo stiamo facendo con le altre forze politiche. Bersani dice “partiamo dalle cose” e io sono d’accordo: partiamo dalle cose e proviamo a condivider­le».

 ??  ?? Matteo Renzi, 42 anni, al centro sportivo Zero Gravity di Lambrate
Matteo Renzi, 42 anni, al centro sportivo Zero Gravity di Lambrate
 ??  ?? Chi è Piero Fassino, 68 anni, è stato segretario dei Ds dal 2001 al 2007 e sindaco di Torino dal 2011 al 2016
Chi è Piero Fassino, 68 anni, è stato segretario dei Ds dal 2001 al 2007 e sindaco di Torino dal 2011 al 2016

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