Parte la trattativa, Fassino riceve i primi no Gelo di Mdp. Neanche Boldrini cambia idea
Telefonata a D’Alema ma lui lo dirotta su Speranza. Grasso lo incontra: non ho titolo per parlare di alleanze
Prodi segue il filo delle trattative «con interesse e speranza». Renzi sa che, se non ci riesce Fassino «che è una garanzia», non può farcela nessuno. Partito da Grasso e Boldrini, l’ex segretario dei Ds prevede di incontrare entro domani Romano Prodi, forse anche con il leader del Pd. E nell’«Agenda di Piero» spunta anche il nome di Pisapia, per sabato a Milano. Ma strada facendo Fassino ha sbattuto contro un niet pesante, quello di Mdp.
A Otto e mezzo, su La7, Bersani ha chiuso alla mediazione: «È teatro. Uniti si vince o cambiando si vince? Se il Pd cancella il Jobs act e si tiene Renzi, ci stiamo alla grande». Potrebbe sembrare un’apertura, se non fosse che il leader dem non cancellerà mai la sua legge sul mercato del lavoro. L’altro no che conta è arrivato da D’Alema. Il fondatore di Mdp, raggiunto al telefono da Fassino, ha consigliato al plenipotenziario del Nazareno di consultare «il capo», cioè Roberto Speranza: «La linea è ormai decisa». Il mediatore ha incassato la sberla «con ottimismo», ma il colloquio, stando al tam tam di Montecitorio, è stato glaciale.
Fassino non ha ancora sentito Speranza, né Bersani. E intanto
Fassino, perché ha incontrato Grasso e Boldrini?
«Entrambi in queste settimane hanno espresso delle valutazioni politiche. Mi è sembrato giusto ascoltarli, sapendo naturalmente che ricoprono delicati ruoli istituzionali e dunque non parlano a nome di forze politiche».
Sinistra e radicali chiedono l’approvazione dello ius soli.
«Sono d’accordo. Occorre fare ogni sforzo per creare le condizioni per approvarlo in questa legislatura, e anche il “fine vita”. Si tratta di leggi fondamentali sul terreno dei diritti e della civiltà. Dirò di più, vogliamo approvarle indipendentemente da quello che sarà l’ esito delle trattative nel centrosinistra: sono diritti civili irrinunciabili, patrimonio di tutti, non bandiere di parte».
Potreste presentare con i futuri alleati emendamenti alla legge di Bilancio?
«La legge di Bilancio ha già subito una serie di integrazioni. Il governo ha recepito richieste di modifica: sono state accolte sollecitazioni su misure di carattere sociale. Altre se ne potranno accogliere nel dibattito parlamentare. Da parte nostra c’è la massima apertura: l’unico discrimine è la compatibilità finanziaria. Detto questo, siamo disponibili a esaminare tutte le proposte, sul fronte sociale e su quello del lavoro, che possano migliorare A Milano la legge».
E con il Jobs act, che farete?
«Di qualsiasi legge è giusto fare un bilancio. Noi siamo pronti a farlo anche sul Jobs act. Non ignorando un dato: ha consentito la creazione di quasi un milione di posti lavoro. Certo, sappiamo che una quota ampia è a tempo determinato. Quindi è giusto discutere quali nuove misure introdurre per trasformare i contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Servono nuovi incentivi? Servono forme di defiscalizzazione a favore delle imprese? (Fotogramma) Tutte le notizie di politica con gli aggiornamenti in tempo reale, le fotogallery, i video, le analisi e i commenti a sinistra matura l’idea di delegare i capigruppo di Mdp, Possibile e Sinistra italiana. Pippo Civati a Un giorno da pecora confida di lavorare per il flop: «La mia risposta è no. Sono uscito dal Pd perché non ne condividevo le politiche, i richiamini sono insopportabili». Tra loro i fuoriusciti ironizzano sulla «mission impossible» di Fassino, «che si è mosso come fosse il capo dello Stato». Eppure Speranza promette cordialità e rispetto: «A Piero vogliamo bene, ma i nodi politici sono grandi come una casa. A che servono le trattative riservate?». E poi per il coordinatore di Mdp la direzione del Pd è stata deludente: «Dopo la clamorosa sconfitta in Sicilia, Renzi non ha fatto marcia indietro su nulla». Bersani non è stato ancora contattato e non se ne cruccia, convinto com’è che Renzi stia facendo solo tattica.
Il tessitore di alleanze è partito dai piani alti. Laura Boldrini non ha cambiato la sua posizione di chiusura verso il Pd, eppure ha ragionato con Fassino dei provvedimenti sui diritti da approvare entro la legislatura: cittadinanza, omofobia, testamento biologico. La presidente della Camera ha sottolineato il dramma dei migranti in Libia e i problemi del lavoro, Servono altre misure? Discutiamone, siamo pronti. Damiano ha avanzato alcune proposte che possono essere un buon terreno di discussione».
Bersani e D’Alema vi hanno già detto di no.
«Noi abbiamo dato una disponibilità amplissima. Renzi ha parlato di un “foglio bianco” su cui scrivere insieme i punti programmatici fondamentali. È la dimostrazione che non ci sono da parte nostra paletti o “a priori” intoccabili. Naturalmente, la possibilità di fare un’intesa non è data solo dalla volontà del Pd ma anche da quella dei nostri interlocutori. Negli incontri fatti finora ho già registrato disponibilità positive di alcune forze. Abbiamo incontrato Bonino e i radicali. Ho visto i socialisti, Idv, Democrazia solidale. Avrò colloqui con i Verdi, sto ragionando con Pisapia. C’è in tutti la consapevolezza di presentarsi uniti agli elettori. E siamo interessati a coinvolgere anche Mdp, Possibile e Si. I nostri avversari sono i 5 Stelle e il centrodestra, non abbiamo avversari nel centrosinistra. Sappiamo che il centrosinistra è “plurale”, con forze che hanno sensibilità diverse: per noi sono tutti interlocutori di un confronto. Ed è lì, nel confronto, che si verificherà se è possibile trovare punti di intesa o no. Con alcune forze li stiamo già individuando e mi auguro che sia possibile farlo anche con Mdp». in vista dell’arrivo in Aula della proposta di legge di Mdp per reintrodurre l’articolo 18.
Pietro Grasso ha ascoltato «con interesse» l’emissario del Nazareno, ma ha subito chiarito il suo ruolo. Il presidente del Senato ritiene di non avere «alcun titolo per affrontare discussioni su alleanze e coalizioni future», perché non rappresenta alcun soggetto politico. Il 2 dicembre l’ex magistrato sarà al lancio della lista
Occorre fare ogni sforzo per approvare in questa legislatura le leggi sullo ius soli e il fine vita, indipendentemente dall’esito di queste trattative Il dialogo L’ex segretario ds ha incontrato anche Nencini e l’Idv: con loro il dialogo è saldo
di sinistra, ma finché non scende ufficialmente in campo non vuole essere tirato per la giacca. I dem lo attaccano e Bersani lo difende: «Aggredire Grasso e Boldrini è vergognoso». Fassino ha visto Nencini del Psi, Messina di Idv e Olivero di Democrazia solidale e a tutti ha confermato «la determinazione a costruire un’alleanza larga». Salvo colpi di scena, i Radicali di Bonino e Della Vedova sono arruolati.
E se i vostri interlocutori chiedessero le primarie?
«Se per realizzare la coalizione è necessario un passaggio come quello delle primarie possiamo farlo. Non c’è tabù, né pregiudizio. L’unica cosa che mi permetto di dire è che abbiamo quattro mesi davanti e ci dovremmo impegnare per promuovere il più ampio confronto con i cittadini sui programmi, vorrei evitare che passassimo questo tempo a discutere tra di noi delle primarie».
L’incontro con Mdp non è stato ancora fissato.
«Mdp, Si e Possibile ritengono di dover attendere qualche giorno in vista della loro assemblea del 2 dicembre: io non ho nessun problema, credo tuttavia che colloqui istruttori sarebbero utili anche prima di quella scadenza e sono disponibile a incontrarli in qualsiasi momento. Il nostro tentativo di dare a questa alleanza una configurazione ampia è sincero e quindi ci disponiamo a un confronto vero con Mdp, così come lo stiamo facendo con le altre forze politiche. Bersani dice “partiamo dalle cose” e io sono d’accordo: partiamo dalle cose e proviamo a condividerle».