Corriere della Sera

CasaPound e il picco di ascolti in tv «Siamo fascisti, ci piace anche Putin»

- di Alessandro Trocino (Ansa)

Simone Di Stefano, voi di CasaPound ormai siete sempre in tv e lei ha avuto molti ascolti. Siete stati sdoganati?

«Siamo stati sdoganati dai risultati elettorali, da Ostia a Bolzano, da Lucca a Lamezia Terme. Nel tempo abbiamo ospitato centinaia di politici e giornalist­i. Tra loro anche Paola Concia e l’ex br Valerio Morucci. Siamo per il dialogo».

Un paradosso per un fascista. Lei è fascista?

«Certo. Siamo gli eredi della tradizione che dopo Rsi e Msi è stata interrotta da An».

Il fascismo è stato regime, dittatura e alleanza con i nazisti. Una tragedia della storia italiana.

«È stato certamente uno Stato totalitari­o. Ma ci ha anche lasciato la tredicesim­a, il tfr, la cassa integrazio­ne».

E le leggi razziali.

«Sono state un reato gravissimo, da condannare. E un errore, perché hanno allontanat­o gli ebrei dal fascismo, nel quale erano protagonis­ti, dalla marcia su Roma al ministro Guido Jung, fino all’esponente del Pnf Ettore Ovazza. Ora ci dovrebbe essere un legame più forte tra la Comunità ebraica e l’Italia».

Ci sono ebrei in CasaPound?

«Attualment­e non saprei, in passato credo qualcuno».

Che effetto le ha fatto il calciatore che ha esposto la maglia della Rsi a Marzabotto?

«Mi è passato davanti nello scroll di Fb come un meme».

Prego? Non l’ha colpita?

«Non mi sembra il problema più grave della nazione».

Rivendicar­e Marzabotto è raccapricc­iante.

«Credo che quel ragazzo non sapesse nulla né di Marzabotto né di Rsi. Va bene, sì, possiamo dire che è un gesto stupido e fuori contesto».

L’apologia di fascismo è ancora un reato in Italia.

«Essere fascisti no. È vietata l’apologia se mette a repentagli­o l’ordine democratic­o».

Non è proprio così. Ma, visto che la cita, le piace la Costituzio­ne italiana?

«Noi siamo per una strenua difesa della Costituzio­ne. Cambierei solo il passaggio in cui si dice che dobbiamo dare asilo a tutti. Vorrebbe dire ospitare miliardi di persone».

Non avete davvero preso le distanza dagli Spada a Ostia.

«Non possiamo prendere le distanze se non siamo vicini».

Potete condannarl­i.

«A voja se condanniam­o, la testata e il clan criminale degli Spada. Ma a Ostia ci sono 250 persone con cognome Spada, non tutti c’entrano».

La violenza può essere uno strumento di lotta politica?

«La ripudiamo. Ma se i centri sociali ci attaccano, ci difendiamo. E poi è violenza anche uno sfratto».

Siete contro l’aborto?

«No, chi vuole abortire deve poterlo fare gratis e in strutture pubbliche».

L’eutanasia?

«Non è il primo problema. Ma chi si vuole togliere la vita deve poterlo fare».

La pena di morte?

«Contrari. Con l’ergastolo i

Il calciatore di Marzabotto? Non mi sembra il problema più grave della nazione Al governo potremmo appoggiare il centrodest­ra se dirà cose in linea con le nostre idee La Costituzio­ne «Siamo strenui difensori della Costituzio­ne, ma non si può dare asilo a tutti»

criminali soffrono di più».

Il vostro Luca Marsella a Ostia voleva prendere «a calci in c...» gli immigrati.

«Ma no, parlava degli spacciator­i. Non siamo xenofobi».

A sentirla parlare, sembra che ci voglia convincere che è di sinistra. E il fascismo?

«Ci sono troppi pregiudizi su di noi. Rivendichi­amo l’eredità del fascismo. Ma non vogliamo tornare indietro».

Due idee del programma?

«Stop all’immigrazio­ne. Fuori da Europa ed euro».

Per andare dove?

«Per diventare liberi e forti».

Si va da Putin o da Trump?

«Mi sono simpatici entrambi. A Trump chiederei la chiusura delle basi Usa in Italia».

Sognate di andare al governo? Con chi?

«Anche da soli. Ma se il centrodest­ra sarà in linea con le nostre idee, non mancherà il nostro appoggio esterno».

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In piazza Simone Di Stefano, 40 anni, leader di CasaPound, con la sostenitri­ce Nina Moric, 41 anni, alla protesta del 24 giugno contro lo ius soli

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