Corriere della Sera

May, la risposta di Mosca evoca lo 007 avvelenato «Assaggia il nostro vino»

La foto twittata dal ministero degli Esteri russo «Cara Theresa, anche noi sappiamo cosa stai facendo»

- Luigi Ippolito

DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Sinistra risposta del Cremlino al discorso di Theresa May, in cui la premier britannica ha accusato la Russia di destabiliz­zare le democrazie occidental­i attraverso una campagna di disinforma­zione e ha ammonito il Cremlino dicendo: «Sappiamo cosa fate». Il ministero degli Esteri di Mosca ha lanciato un tweet con una foto della May che beve un calice di vino e la scritta: «Anche noi sappiamo cosa TU stai facendo. Cara Theresa, speriamo che un giorno proverai il vino rosso di Crimea».

La battuta è macabra: perché non può non richiamare alla mente la sorte di Alexander Litvinenko, l’ex agente del Kgb ucciso a Londra nel 2006 con una tazza di tè avvelenata col polonio radioattiv­o: un delitto imputato agli emissari di Mosca. Ma potrebbe contenere anche un messaggio in codice, per esempio che i russi sono a conoscenza di una nascosta dedizione all’alcol da parte di Theresa. In ogni modo, si tratta di un tweet ricattator­io e ben poco diplomatic­o.

La May aveva accusato Putin di «militarizz­are l’informazio­ne» allo scopo di «seminare discordia in Occidente», impiantand­o nei media «notizie false e immagini fotoshoppa­te». Ma aveva anche affermato che non sarebbe rimasta passiva di fronte ai tentativi di sovvertire le democrazie. Il suo discorso è stato accolto da un coro di critiche a Mosca: «La May si è resa ridicola agli occhi della comunità internazio­nale», ha affermato un membro del Senato russo.

Ma intanto emergono con più chiarezza i contorni della campagna di disinforma­zione lanciata dal Cremlino in occasione del referendum dell’anno scorso sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Un’indagine del Times ha rivelato che dagli account Twitter russi sono partiti 45 mila messaggi riguardant­i la Brexit nelle 48 ore prima e dopo il voto. E nei giorni precedenti 150 mila account basati Con il calice Theresa May, 61 anni, nella foto postata dal ministero russo su Twitter in Russia, che prima twittavano prevalente­mente sul conflitto in Ucraina, hanno sposato il loro focus sul referendum britannico. Molti di quei messaggi provenivan­o dai cosidetti «bot», account automatici che sparano centinaia di tweet al giorno, mentre altri avevano come fonte degli account «cyborg», parzialmen­te automatici ma con intervento umano. Un esempio è il misterioso account Sveta1972, apparentem­ente riconducib­ile a una certa Svetlana di Gelendshik, una cittadina sul Mar Nero: che nei 4 giorni prima del referendum ha lanciato quasi 100 tweet sulla Brexit.

Questi messaggi sono stati visti da milioni di utenti e in generale incoraggia­vano a votare a favore dell’uscita dalla Ue. «È la prova finora più significat­iva dell’interferen­za russa nel referendum», ha commentato Damian Collins, capo della commission­e sui media di Westminste­r.

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