«Promesse mancate : i docenti vagano per l’Italia»
Quanto vale la parola di un primo ministro? Era il 2 maggio 2016 quando mi levai nel bel mezzo del Teatro Duni (Matera), incurante del clima da Leopolda che si respirava e posi l’attenzione sui docenti assunti in Fase B da Graduatorie a esaurimento dalla legge 107, meglio conosciuta come «Buona Scuola». Fu promesso un emendamento e poi … il nulla. È contro ogni logica e principio meritocratico assumere un docente di latino e greco su posto di sostegno alle medie senza esperienza e mettere in cattedra, al suo posto, chi svolgeva un altro lavoro e giaceva nei meandri delle graduatorie; assumere un docente con anni di esperienza d’insegnamento di francese o inglese su posto di spagnolo; utilizzare i docenti di sostegno meridionali per «coprire» le cattedre del Centronord lasciando «scoperte» quelle del Sud. È fonte di ingiustizia manifesta che una medesima legge non abbia garantito, solo per questi docenti, la dignità e la libertà del lavoratore: «Lei è risultata destinataria di una proposta di assunzione. (…) È tenuta ad accettare la proposta entro 10 giorni dalla data riportata sulla proposta stessa. (…) La mancata accettazione entro il predetto termine perentorio equivale a rinuncia» (equivale alla cancellazione da tutte le graduatorie dopo anni di sacrifici). Solo per noi, Fase B, l’assunzione è avvenuta fuori regione, privandoci delle scelte professionali e territoriali che ci spettavano e che, dopo due mesi, furono assegnate, in Fase C, a colleghi con un punteggio inferiore al nostro. E così siamo raminghi per l’Italia…
Filomena Pinca Ogni giovedì un caso di malasanità, o di disservizio pubblico; ma anche un ristorante dove si è mangiato male, un ufficio dove si è stati trattati peggio