Architetti, commercialisti e infermieri Arriva la svolta dell’equo compenso
Addio ai pagamenti delle parcelle al massimo ribasso. Così le regole per Ordini e Collegi
Non sarà possibile chiedere all’architetto prestazioni aggiuntive a titolo gratuito. Oppure mettere a carico dell’avvocato le spese per la controversia. O ancora fissare termini di pagamento per il commercialista superiori ai 60 giorni. Sembra fatta per il cosiddetto equo compenso, principio che definisce legittima la parcella dei professionisti solo se «proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. La norma riguarda 4 milioni e mezzo di persone. Chi fa parte di un ordine professionale, come gli avvocati, di un collegio, come i geometri, oppure è riunito in associazione, come gli infermieri. E si applica non solo quando il rapporto di lavoro è con un’azienda privata ma anche quando il committente è la pubblica amministrazione. Non è ancora legge ma dovrebbe diventarlo presto.
Si tratta di un emendamento approvato dalla commissione Bilancio del Senato al decreto fiscale, il provvedimento che anticipa la legge di Bilancio, la vecchia Finanziaria, e che ieri è arrivato nell’Aula di Palazzo Madama. Già oggi il provvedimento dovrebbe essere approvato con la fiducia per poi passare alla Camera, dove però non ci dovrebbero essere modifiche visti i tempi stretti per la conversione. «È un impegno preso con i professionisti per sradicare un vero e proprio caporalato intellettuale», dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando. L’iter è stato travagliato. Nella prima versione del decreto, l’equo compenso riguardava solo gli avvocati. Poi era stato eliminato. Adesso ricompare
per tutti. Incassando la «gratitudine» di Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni.
Secondo Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche
attive del lavoro, si tratta però di un «pasticcio» con diversi «problemi di attuazione». Alcune regole andranno definite in un secondo momento. E una buona fetta resterà derogabile in caso di accordo tra le parti, cioè tra il professionista e l’azienda o la pubblica amministrazione. I rapporti di forza, quindi, conteranno ancora.
Nel frattempo è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che definisce il debutto dal prossimo anno dei Bes, gli indicatori di benessere equo e sostenibile, che nella misura dello stato di salute dell’Italia affiancheranno il Pil, il prodotto interno lordo. Tra le voci da tenere sotto occhio anche l’abusivimo e l’obesità.