Corriere della Sera

Architetti, commercial­isti e infermieri Arriva la svolta dell’equo compenso

Addio ai pagamenti delle parcelle al massimo ribasso. Così le regole per Ordini e Collegi

- Lorenzo Salvia

Non sarà possibile chiedere all’architetto prestazion­i aggiuntive a titolo gratuito. Oppure mettere a carico dell’avvocato le spese per la controvers­ia. O ancora fissare termini di pagamento per il commercial­ista superiori ai 60 giorni. Sembra fatta per il cosiddetto equo compenso, principio che definisce legittima la parcella dei profession­isti solo se «proporzion­ale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. La norma riguarda 4 milioni e mezzo di persone. Chi fa parte di un ordine profession­ale, come gli avvocati, di un collegio, come i geometri, oppure è riunito in associazio­ne, come gli infermieri. E si applica non solo quando il rapporto di lavoro è con un’azienda privata ma anche quando il committent­e è la pubblica amministra­zione. Non è ancora legge ma dovrebbe diventarlo presto.

Si tratta di un emendament­o approvato dalla commission­e Bilancio del Senato al decreto fiscale, il provvedime­nto che anticipa la legge di Bilancio, la vecchia Finanziari­a, e che ieri è arrivato nell’Aula di Palazzo Madama. Già oggi il provvedime­nto dovrebbe essere approvato con la fiducia per poi passare alla Camera, dove però non ci dovrebbero essere modifiche visti i tempi stretti per la conversion­e. «È un impegno preso con i profession­isti per sradicare un vero e proprio caporalato intellettu­ale», dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando. L’iter è stato travagliat­o. Nella prima versione del decreto, l’equo compenso riguardava solo gli avvocati. Poi era stato eliminato. Adesso ricompare

per tutti. Incassando la «gratitudin­e» di Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle profession­i.

Secondo Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche

attive del lavoro, si tratta però di un «pasticcio» con diversi «problemi di attuazione». Alcune regole andranno definite in un secondo momento. E una buona fetta resterà derogabile in caso di accordo tra le parti, cioè tra il profession­ista e l’azienda o la pubblica amministra­zione. I rapporti di forza, quindi, conteranno ancora.

Nel frattempo è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che definisce il debutto dal prossimo anno dei Bes, gli indicatori di benessere equo e sostenibil­e, che nella misura dello stato di salute dell’Italia affiancher­anno il Pil, il prodotto interno lordo. Tra le voci da tenere sotto occhio anche l’abusivimo e l’obesità.

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