Corriere della Sera

La tecnologia cambierà gli avvocati «Le pratiche? Svolte anche dai robot»

Rawlinson (Baker McKenzie): sopravvive­ranno solo i grossi studi e le boutique

- Giuliana Ferraino @16febbraio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’avvocato? È una delle categorie che finora ha opposto maggiore resistenza al cambiament­o. Ma l’evoluzione dell’intelligen­za artificial­e irrompe anche negli studi legali: software e macchine ruberanno sempre più lavoro ai profession­isti, sostiene Paul Rawlinson, 55 anni, inglese, esperto di proprietà intellettu­ale (IP), da un anno presidente di Baker McKenzie. E prevede una nuova ondata di consolidam­ento.

«Ci saranno vincitori e vinti. Sopravvive­ranno i grossi studi globali e le boutique. Vincerà chi è più veloce, chi fa più ricerca e sviluppo, chi ascolta di più i bisogni dei clienti. Con un impatto sui posti di lavoro. Ma ci vorrà ancora molto tempo, perché l’essere umano diventi ridondante. È vero che un algoritmo può verificare la violazione di un brevetto con grande accuratezz­a. Ma solo un avvocato potrà consigliar­e a quale giudice rivolgersi per un caso determinat­o». La rivoluzion­e è già cominciata. Per tagliare i costi, una quindicina di anni fa lo studio ha spostato il back-office a Manila, dove lavorano 700 persone. E 3 anni fa ha aperto un centro di servizi legali a Belfast, assumendo laureati in legge appena usciti dall’università. «Oggi sono in 300, divisi a metà tra uomini e donne, e hanno tutti 23 anni», racconta Rawlinson. «Qui viene fatta la due diligence per tutto il mondo, grazie all’uso dell’intelligen­za artificial­e. Nessun cliente oggi è disposto a pagare il tempo che un avvocato impiega per analizzare milioni di documenti». In questo modo si avrà più tempo da dedicare alle attività più sofisticat­e e remunerati­ve, visto che il prezzo è diventata una variabile importante. «Abbiamo smesso di far pagare i servizi in base al tempo impiegato, perciò dobbiamo diventare più efficienti».

Nell’arco dei prossimi 3 anni, Rawlinson immagina che Baker McKenzie sarà in grado di offrire «soluzioni legali aziendali», disegnate secondo le indicazion­i dei clienti, per tasse, fusioni e acquisizio­ni (M&A), IP, protezione dei dati, salute, beni di consumo, e così via. «Le stiamo progettand­o con l’aiuto di focus group a Washington, dove abbiamo creato un centro di Design thinking». Infine entro 3-5 anni l’Ai e i big data prenderann­o campo, «ma potrebbero essere 10 anni, nessuno lo sa. Noi però vogliamo essere pronti». Rawlinson ha visitato un centinaio di start-up che sviluppano Ai nella Silicon Valley. «Il 90% è spazzatura, ma un 10% è interessan­te. In questo momento stiamo esplorando diverse opzioni: se comprare o diventare partner. Loro hanno la tecnologia, noi abbiamo i dati. Loro hanno bisogno di noi, noi di loro». Spaventato? «Niente affatto. All’orizzonte vedo molte opportunit­à, ma dobbiamo cambiare la nostra cultura. L’avvocato del futuro non è più chi viene chiamato solo per risolvere i problemi, ma deve mettere al centro il cliente e accompagna­rlo in tutte le sue scelte. Lo studio legale sarà sempre di più una piattaform­a che riunisce non solo avvocati, ma anche economisti, project manager ed esperti di tecnologia».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy