Honeywell chiude in Abruzzo Tavolo con il governo per i 420 lavoratori a rischio
«Sovracapacità». La sentenza, netta, arriva dai vertici della multinazionale americana Honeywell. Che ad Atessa (Chieti) produce turbocompressori per i motori diesel. I manager dell’azienda, dopo l'incontro con il governo al ministero dello Sviluppo, hanno comunicato lo stop alla produzione da aprile 2018 per uno stabilimento fiore all’occhiello per la qualità dei turbodiesel. La decisione provocherà — nel caso non si ricomponga la vertenza — la messa in mobilità di 420 lavoratori, ora in solidarietà, con redditi già decurtati.
Una «decisione grave», dice il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. Anche perché il vertice aziendale nei giorni scorsi era stato ricevuto al Mise e il governo aveva rinnovato la disponibilità piena a sostenere programmi di investimento in innovazione e ricerca, per 50 milioni di euro, per mantenere l’attività produttiva nello stabilimento di Atessa. Decisione non del tutto inattesa, invece, per i sindacati, se appena due settimane fa Marco Bentivogli, segretario Fim Cisl — chiamato a mediare con i lavoratori in sciopero spontaneo — non era riuscito a persuaderli di tornare a lavoro. Una fonte racconta che a luglio qualcuno ha sentito un top manager di Honeywell dire apertamente che dagli Stati Uniti avevano deciso di lasciare Atessa per puntare sull’impianto di Prešov, in Slovacchia. In una nota, invece, l’azienda dice di essere costretta a chiudere perché «da diversi anni si trova ad affrontare problemi di sovraccapacità a causa del declino dei motori diesel». Ritenuti più inquinanti e oggetto di indagini da parte delle Authority.
Colpisce, però, che si decida di chiudere proprio in Abruzzo. In un sito «con alti livelli di produttività», segnala Bentivogli. Martedì 21 al ministero dello Sviluppo economico è previsto il primo tavolo di confronto tra azienda e sindacati. Non sono serviti finora gli incentivi (promessi) dalla Regione Abruzzo e il tentativo di coinvolgere Invitalia. Gli americani vogliono andare via. Ad Atessa sarebbe un dramma.