La sfida al rialzo sulla fibra e le nuove regole di trasparenza
Fibra, SuperFibra, Fibra Plus. Finora bastava solo un bravo copywriter e una buona strategia di marketing per impacchettare offerte di connessioni ultraveloci. Se poi la fibra ottica arriva fino a casa o con l’ultimo miglio in rame o wireless, non fa differenza. Ma le cose stanno per cambiare, in direzione di una maggiore trasparenza. L’emendamento al decreto fiscale che vieta la bolletta a 28 giorni, approvato martedì in Commissione, ha previsto anche l’obbligo per le compagnie telefoniche di specificare il tipo di connessione offerta ai clienti. La parola «fibra» potrà essere usata solo se il cavo ottico arriva dentro casa (Ftth) mentre sarà vietato usarla per le offerte «miste», che rappresentano gran parte dei pacchetti oggi sul mercato, in cui la fibra arriva ai cosiddetti «armadi» su strada (Fttc). Una novità che rischia di avere un impatto tutt’altro che secondario nella gara al rialzo tra le compagnie telefoniche. Il leader di mercato, Tim, ad oggi ha portato la fibra dentro 1,8 milioni di unità immobiliari mentre Vodafone e Wind hanno scelto di andare con Open Fiber che sta realizzando la nuova rete tutta in modalità Ftth.
Unicredit, il capo di Hvb Weimer verso Deutsche Börse
(f.mas.) Nella governance di Unicredit potrebbe liberarsi una casella molto importante: quella di country chairman della Germania, il secondo mercato per la banca italiana, frutto della fusione con la tedesca Hvb. Il numero uno del ramo tedesco, Theodor Weimer (foto), 58 anni il prossimo 21 dicembre, ex Goldman Sachs, in Unicredit dal 2007 come responsabile del global investment banking a Monaco e dal 2011 della cabina di regia di Unicredit come membro dell’executive management committee, viene considerato in pole position per succedere a Carsten Kengeter come presidente del gruppo Deutsche Börse, anche se precisa l’agenzia Bloomberg, che ha dato l’indiscrezione, la decisione non è ancora presa e ci sarebbero altri candidati. Kengeter è indagato per insider trading ed è in uscita a fine anno dalla Borsa di Francoforte: avrebbe acquistato azioni Deutsche Börse per 4,5 milioni di euro a dicem(f.d.r.) bre 2015, due mesi prima dell’annuncio della fusione, poi bloccata dall’Antitrust Ue, con la London Stock Exchange. La casella di Weimer potrebbe essere uno dei ruoli chiave che il ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier, e il nuovo board (con Fabrizio Saccomanni presidente in pectore) dovranno riassegnare. E che pesa parecchio dentro la complessa struttura del colosso italiano.
Maranghi e l’indipendenza di Mediobanca
(pa.pic.) «Duro con i forti, generoso con i deboli. Diciamo che Vincenzo Maranghi si poneva agli antipodi delle tradizioni nel nostro Paese..». Così il presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro, ha ricordato a dieci anni dalla morte il banchiere a lungo tempo al fianco di Enrico Cuccia. Maranghi, impegnato nella difesa della banca dalle influenze esterne, e dedito al lavoro «tutti i giorni dell’anno» sapeva interrompere l’operatività quando si trattava di occuparsi dei problemi dei suoi collaboratori.