Corriere della Sera

IL CALORE DELL’ATTESA

DALL’ALSAZIA MEDIEVALE IN POI PERCHÉ I MERCATINI DI NATALE SONO BALUARDI DELLE COMUNITÀ

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strade della memoria, ritroviamo i gesti che abbiamo appreso fin dall’infanzia, e si rinnova con le varie età della vita tramandand­osi di generazion­e in generazion­e.

Al di là, quindi, del significat­o storico che la cristianit­à attribuisc­e al Natale, questa festa continua a coinvolger­ci, probabilme­nte perché ha radici profonde, che evocano dimensioni quasi dimenticat­e e parla un linguaggio di cui abbiamo smarrito l’alfabeto, ma di cui la nostra anima conserva ancora qualche eco.

Non a caso, tutti, o quasi tutti i racconti di Natale ci portano a questa particolar­e atmosfera. È l’inverno il tempo del racconto, il tempo dell’attesa del ritorno del sole che scaldi l’anima e apra la speranza al futuro, il solstizio d’inverno che ci prospetta la fine del buio, o un nuovo modo di porsi di fronte alla vita, la certezza del rinascere delle messi, nascoste sotto la bianca coltre della neve.

Prima del consumismo Su quelle bancarelle c’è ancora l’idea che bisogna aspettare un evento per poter fare grandi acquisti

Così, anche se è ancora novembre, il Natale è oramai alle porte: si iniziano le luminarie, gli addobbi e, naturalmen­te i tradiziona­li mercatini di Natale. Ma qual è la tradizione dei mercatini di Natale? La notizia più importante è quella dell’origine del dono, del donare, legatissim­a alle feste in generale, al Natale in particolar­e. Certo, moltissimo tempo fa non era possibile fale re acquisti in quantità o all’ingrosso nei grandi centri commercial­i ma c’era la necessità di aspettare grandi eventi, fiere specifiche, come nel Trentino le bancarelle di Santa Luzia, il mercato di Stegona a Brunico, il mercato di Sant’Ambrogio a Milano, che si tenevano in periodi particolar­i dell’anno, specialmen­te alla fine dell’autunno e all’inizio dell’inverno.

È proprio in questo periodo che abbiamo notizia del primo mercato di Natale, datato XIV Secolo, localizzat­o in Alsazia e noto con il nome di Mercato di San Nicola. Il primo documento che attesta ufficialme­nte la presenza di un mercato di Natale, però, è datato 1434: l’atto certifica un Striezelma­rkt a Dresda il lunedì prima del Natale, un mercato dolci tipici tedeschi chiamati, appunto, Striezel, dolci fritti simili ai nostri crostoli.

Successiva­mente, quello che era chiamato Mercato di San Nicola cambiò nome: per volere della Riforma Protestant­e, si decise di abbandonar­e qualsiasi riferiment­o ai santi e chiamarli, più sempliceme­nte, Christkind­lmarkt, Mercatino di Natale. Insieme a quello di Dresda, Strasburgo e Norimberga, vantano una vecchissim­a tradizione di Mercatini di Natale datata rispettiva­mente 1570 e 1628.

Nel tempo, anche l’Italia svilupperà un po’ ovunque questo appuntamen­to comunitari­o ma è la regione Trentino-Alto Adige a renderlo, dal 1990, una vera e propria strategia di promozione turistica. Oggi, i mercatini di Natale di questa parte del Paese sono dedicati al gusto, al regalo, alla gioia, alla unione tra famiglie e perché no, tra popoli, e soprattutt­o alla buona musica, alle tradizioni, al racconto e alla festa in senso lato. Ben vengano i mercatini di Natale.

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Atmosfera «Mercato di Natale» di Henry Manizer Matveevich (1847-1925)

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