Palazzi e velluti Ala, il luogo dove Mozart voleva tornare
Rovereto ospitò il primo concerto in terra italiana di Mozart quattordicenne ma fu Ala, piccolo centro una ventina di chilometri più a sud, che fece la parte del leone. Nella sofisticata, colta e ben più grande Rovereto, il genio salisburghese, pur passandovi in carrozza, dopo quella prima volta non si fermò mai più, mentre ad Ala sostò quattro volte, ad ogni suo viaggio in direzione sud. Furono ospiti, Wolfgang e il padre Leopold, dei fratelli mecenati Giovanni e Pietro Pizzini e per loro suonarono nel magnifico palazzo di famiglia che ancora si può ammirare (detto Superiore per distinguerlo da quello Inferiore, oggi museo di antichi pianoforti. Nella foto, un concerto al suo interno). La prima visita dei due musicisti risale al 17 agosto 1771, l’ultima al 10 marzo 1773. E chissà se, forse non il figlio, ancora ragazzo, ma almeno il padre si sia stupito degli straordinari edifici degni di un illustre capoluogo che, quasi uno accanto all’altro, si allineavano (e ancora si allineano) in questo piccolo centro che non si sa bene se definire paese o città. E nel caso si fossero informati sulla ragione di tanto splendore, avrebbero appreso che Ala, originariamente soltanto stazione di posta e di cambio di cavalli, aveva dato avvio alla sua fortuna nel XVI secolo con l’allevamento dei bachi da seta; e che già un secolo dopo i suoi abitanti sapevano tessere pregiati velluti di seta. E che il resto lo aveva fatto la favorevolissima posizione geografica di Ala, lungo la principale via di comunicazione tra la Mitteleuropa e il Mediterraneo, in nome della quale gli alacensi divennero commercianti. Non a caso, città del velluto è detta Ala ancora oggi e si può dire che sul velluto siano cresciuti i suoi palazzi che, nei secoli, ospitarono non solo Mozart padre e figlio ma anche personaggi del calibro di Carlo V, Massimiliano II d’Asburgo e Zar Nicola I.