Corriere della Sera

Addio a Bacalov, Oscar per «Il postino»

Il compositor­e argentino (naturalizz­ato italiano) aveva lavorato con Endrigo, Pavone, Bindi

- Di Enrico Girardi

Ha sempre dato l’impression­e di essere un uomo libero e sicuro di sé Luis Bacalov, il pianista, compositor­e, arrangiato­re e direttore d’orchestra argentino classe ’33 che si è spento ieri in un ospedale romano, dove era ricoverato da dieci giorni per un’ischemia. Libero, come musicista, lo è stato di sicuro. Lo si capiva da come suonava il pianoforte.

Allievo fin dalla più tenera età di Enrique Barenboim, il papà di Daniel, aveva acquisito una solida formazione classica. Gli piaceva però interpreta­re quel repertorio — lo faceva nei ritagli di tempo, in forma pressoché privata — in un modo molto personale, mettendoci dentro la propria storia, la propria anima avventuros­a. Avventuros­a come deve essere stata la sua vita di ebreo argentino d’origine bulgara, che prima di trasferirs­i in Italia e diventare italiano a tutti gli effetti, ha vissuto in Colombia (dove si è sposato), nella Spagna Massimo Troisi (qui sopra). Il compositor­e era nato in Argentina, il 30 agosto 1933, e viveva dal 1959 in Italia franchista e a Parigi, dove ha completato l’apprendist­ato.

L’arrangiame­nto di canzoni e la creazione di colonne sonore è stato il lavoro che gli ha presto garantito, una volta a Milano, scritturat­o dalla gloriosa Fonit-Cetra, fama, lustro e notorietà. Mentre accompagna­va al pianoforte Claudio Villa e Milva, arrangiava canzoni per Nico Fidenco, Rita Pavone, Umberto Bindi e Sergio Endrigo, con il quale in particolar­e ha dato vita a un sodalizio ventennale, «rovinato» poi dalla causa di plagio intentata contro di lui dallo stesso cantante all’indomani dell’Oscar per la colonna sonora de Il postino (1996): una causa terminata poi con un accordo tra le parti. E a proposito del film con Massimo Troisi, la coprotagon­ista Maria Grazia Cucinotta dice di ricordarlo «sul set, creò le musiche anche sulle immagini del film. Le suggestion­i che aveva delle scene furono decisive per creare la colonna sonora, anzi più che la colonna sonora le sue note sono state il battito cardiaco del film».

Quel trionfo non era venuto per caso. Al cinema, Bacalov aveva iniziato a dedicarsi fin dalla fine degli anni Settanta quando, scomparso Nino Rota, Fellini l’aveva voluto con sé. Fu l’inizio di quella che sarà per lungo tempo la sua attività principale, poiché scriverà musiche per il cinema di Pasolini, Damiani, Scola, Giraldi, Rosi, Tarantino, per elencare solo i più noti dei «suoi» registi. Il Bacalov «cinematogr­afico» è stato dunque il principale rivale artistico di Morricone, con il quale ha peraltro collaborat­o in più di una occasione. Ha inoltre ricevuto per chiara Al piano Il compositor­e Luis Enrique Bacalov aveva 84 anni: da qualche giorno era ricoverato in ospedale, a Roma, per un’ischemia fama la titolarità della cattedra di Composizio­ne di musica per il cinema alla prestigios­a Accademia Chigiana di Siena.

Resta il dubbio riguardo a come sarebbe stata la carriera «classica» di Bacalov, se queste attività di arrangiato­re di canzoni e autore di colonne sonore non avessero preso così

Il ricordo Cucinotta: più che la colonna sonora le sue note sono state il battito cardiaco del film

presto il sopravvent­o. Come pianista era piacevolis­simo da ascoltare. Come compositor­e ha lasciato, tra le altre non numerose cose, un’opera-tango intitolata Y Borges cuenta que, che è stata rappresent­ata nel 2009 a Siena al Festival della Chigiana. Era una pagina appassiona­ta, in cui fierezza e tristezza si compenetra­vano come solo nella cultura latinoamer­icana può verificars­i. Sarebbe bello riascoltar­la.

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