Corriere della Sera

Equitalia e gli assurdi pensieri di Micheli

- di Magda Poli Uomo solo in fila. I pensieri... Di e con Maurizio Micheli

Nobile esponente dei tempi d’oro del cabaret a Milano, Maurizio Micheli propone da sempre uno spettacolo di varietà dal tono umoristico-satirico intelligen­te e raffinato, lo dimostra il suo storico Mi voleva Strehler scritto nel 1978 con un fine autore come Umberto Simonetta. Con sicurezza e precisione Micheli si muove nel suo Uomo solo in fila. I pensieri di Pasquale, al pianoforte il bravo e complice Gianluca Sambataro, l’agile regia di Luca Sandri, le scene di Fabio Cherstich, ben sapendo coniugare la recitazion­e alla canzone, alla satira sociale e di costume, alla battuta, alla gag, l’oggi al passato riuscendo a farne assaporare lo spirito (al Parenti).

In una strana sala d’aspetto di Equitalia, in un clima venato d’assurdo nel quale il tempo pare essersi fermato, sedie vuote e Pasquale che aspetta il suo turno. Pasquale pensa il molto del niente, all’assurdità dell’esistenza e il pensiero corre, con la lievità di un sospiro, dall’Infinito di Leopardi recitato con accento barese, alla sceneggiat­a napoletana, alla riflession­e pungente su povertà e ricchezza, al gioco di parole.

Micheli, bravissimo, porge un cabaret di disparate leccornie che vanno a creare un insieme servito con brillante maestria e vivace ironia.

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Sorridente Maurizio Micheli in «Uomo solo in fila. I pensieri di Pasquale»

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