Corriere della Sera

Il messaggino di un azzurro: fiducia in Buffon non nel tecnico

- Massimilia­no Nerozzi

Se una telefonata allunga la vita, un sms può reinventar­e una carriera: «Faremmo meglio con Gigi giocatore, capitano, allenatore: adesso siamo una nave senza comandante, in mezzo alla tempesta». L’ha scritto un giocatore azzurro a un compagno, tra il crepuscolo svedese di Solna e la notte italiana di San Siro, parlando di quel carisma che da sempre accompagna Buffon e, va da sé, che mai ha scortato Ventura. Da intercetto­re di palloni a salvatore di anime e, chissà, se anche di Nazionale. Per il portiere, il mestiere di c.t. resta una suggestion­e, complicata, ma che la stima di chi gli gioca al fianco non rende impossibil­e. Come da plebiscito sui social e dai messaggi che in questi giorni gli hanno intasato il telefonino: ringraziam­enti e incitament­i. Anche se lui alla panchina dell’Italia non ci aveva pensato, viste le sue tentazioni, e ambizioni, vagamente esotiche: «Mi vedo c.t., di Cina o Stati Uniti». Del resto Buffon ha scelto spesso traiettori­e curiose e imprevedib­ili, fossero tiri parati o sogni inseguiti: «Un giorno sarebbe bello giocare nel Borussia Moenchengl­adbach, un nome che mi piace», confidò, e di quel club divenne quasi tifoso. Finirà invece con la Juve, anche se da inizio stagione ha abrogato la domanda sul futuro: «I tormentoni mi sono sempre stati sulla scatole, non voglio diventarlo io». Ai bianconeri è molto Faremmo meglio con Gigi giocatore, capitano, allenatore: adesso siamo una nave senza comandante, in mezzo alla tempesta legato, e di più ad Andrea Agnelli, da padrino di Livia Selin, figlia del presidente juventino. Le chiacchier­ate con gli amici tracciano un destino da dirigente, con apprendist­ato più nel club che l’ha adottato che in Federcalci­o, anche se una chiamata di Tavecchio non è ai confini della realtà. Questione di ragione, oltre che di cuore: «I primi anni saranno in una struttura che lo tuteli, lo faccia studiare e lo aiuti a crescere», dice chi lo conosce bene. Dopodiché, l’esperienza della carriera e la personalit­à di chi ci mette la faccia, sempre e comunque, gli ha garantito la stima di tutti, anche in questi ultimi due anni sciagurati. Buffon ha incoraggia­to i giovani e stimolato gli esperti, ma non è stato l’anima nera contro Ventura, come alcuni narrano: semmai, ha parlato al gruppo, quando una guida sarebbe servita: «Se nessuno ci dà la carica, dobbiamo trovarcela noi». In quei momenti, partì un altro sms tra azzurri: «Meno male che c’è Gigi. Basterà?». Ieri, dopo l’eliminazio­ne, è tornato ad allenarsi, con due sensazioni: la gioia di fare il giocatore con la Juve («L’ultima chiamata, sarà elettrizza­nte») e la tristezza per i ragazzini che lo adorano. «Mi sono immaginato il piccolo che godeva guardando i Mondiali, e ora i bambini non potranno fare lo stesso».

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