Corriere della Sera

Corsa finale per l’Ema Il sì tedesco non c’è

Lunedì si decide la sede dell’Agenzia del Farmaco: Milano tra le favorite Ma il gioco è tutto politico (e Berlino non ci aiuterà)

- di Paolo Valentino

Qualcosa è stata «lost in translatio­n», nelle dichiarazi­oni del ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel a proposito delle chance di Milano come prossima sede dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Quelle che erano pure parole di cortesia sono state frettolosa­mente scambiate per una dichiarazi­one di sostegno della Germania alla candidatur­a della città italiana. «Non è così — dicono fonti diplomatic­he — il governo di Berlino non ci ha manifestat­o alcuna intenzione di votarci». Ed è «un peccato — chiosa il sottosegre­tario agli Affari europei, Sandro Gozi — che la Germania ritenga Milano la candidata migliore per la nuova Ema, ma poi non la voti al primo turno».

Scontato che al primo giro il rappresent­ante tedesco abbia come prima scelta Bonn, candidata di bandiera della Repubblica Federale, in realtà neppure al secondo round Milano potrebbe ricevere il voto tedesco. Siamo entrati nella dirittura finale di una battaglia che si annuncia difficile e aperta a qualsiasi esito. Lunedì prossimo a Bruxelles, il Consiglio Affari generali dell’Ue voterà a scrutinio segreto la nuova sede dell’Ema, l’Authority europea responsabi­le della sicurezza dei medicinali fin qui basata a Londra, scegliendo fra 19 città candidate da altrettant­i Paesi membri.

È un sistema di voto quantomeno bizzarro, quello deciso per l’Ema, nel quale la qualità dei dossier e il merito, che hanno dominato la prima parte della lunga vicenda, rischiano ora di cedere il passo a consideraz­ioni geopolitic­he e agli scambi di favore dell’ultima ora. Ogni Paese avrà a disposizio­ne 6 voti, di cui 3 andranno alla sua prima scelta, 2 alla seconda e 1 alla terza. Vince chi riceve 3 voti da almeno 14 Paesi. Altrimenti le tre candidatur­e che avranno ottenuto il maggior numero di voti complessiv­i andranno al secondo turno, dove ogni Paese avrà 1 voto ciascuno e quindi vince chi ne avrà almeno 14. In caso contrario, terza votazione con ballottagg­io finale fra le prime due classifica­te o fra 3 (o più) in caso di parità.

La posta in palio è altissima. Con i suoi oltre 900 funzionari, il suo potere di controllo e regolazion­e dell’intera industria farmaceuti­ca europea, l’Ema è perno del mercato unico dei medicinali e catalizzat­ore della ricerca biomedica. Di più, secondo stime conservati­ve, l’agenzia genera un indotto per la città ospite pari a oltre 1,5 miliardi di euro l’anno.

L’Italia fin qui ha fatto un percorso netto. La candidatur­a di Milano è stata giudicata quella tecnicamen­te migliore: rapidità dell’entrata in funzione, accessibil­ità, scuole, sanità, accesso al mercato del lavoro e servizi sociali per figli e partner dei dipendenti, collegamen­ti, fattore geografico, su ognuno dei criteri di valutazion­e la capitale lombarda è risultata al top. Per una volta, abbiamo fatto sistema. Anche il Financial Times e Le Monde hanno riconosciu­to che Milano ha messo insieme il miglior dossier del lotto. Mentre i bookmaker londinesi la danno

ampiamente favorita. In realtà non basta. «Siamo entrati in un’altra fase, dove prevale la politica», dice Enzo Moavero, l’ex ministro degli Affari Ue che ha coordinato la messa a punto del dossier.

Il vertice europeo che si apre oggi a Göteborg sarà teatro di un grande lavorio dietro le quinte. «Sarà una gara durissima, di alleati ne abbiamo tanti e siamo competitiv­i anche su questo fronte», assicura Gozi, che rappresent­erà l’Italia al Consiglio di lunedì. Il nostro governo conta sull’appoggio dei Paesi mediterran­ei, tutti con proprie candidatur­e di bandiera, che potrebbero puntare su Milano come seconda scelta già al 1° turno, per poi far convergere i loro voti al 2° sulla città italiana. La rivale più agguerrita sembra Bratislava, che fa leva soprattutt­o sulla rivendicaz­ione geopolitic­a di un riequilibr­io a Est, intorno alla quale potrebbe saldarsi il fronte dei Paesi nordici e orientali.

Partita da giocare Ultime battute di una battaglia che si annuncia difficile e aperta a qualsiasi esito

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