Corriere della Sera

«Minacce al direttore della moglie» Indagato un sottosegre­tario del Pd

Benevento, le accuse a Del Basso De Caro: tentata concussion­e. La difesa: «Chiarirò»

- Titti Beneduce

Minacciava una «guerra nucleare» se non fosse stato allontanat­o dall’ospedale di Benevento il dirigente che, a suo avviso, vessava la compagna: per questo motivo Umberto Del Basso De Caro, sottosegre­tario pd alle Infrastrut­ture, è ora indagato con l’accusa di tentata concussion­e. Ma la Procura di Benevento gli contesta anche il voto di scambio, in riferiment­o al pacchetto di preferenze che gli sarebbe stato garantito da una funzionari­a Asl in cambio di un trasferime­nto con un «ruolo organizzat­ivo». L’avviso di conclusion­e delle indagini preliminar­i, firmato dal procurator­e aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto Francesca Saccone, è stato notificato, oltre che al sottosegre­tario, anche alla compagna Ida Ferraro e a Rita Cardone, sorella di un ex consiglier­e comunale di Benevento, che effettivam­ente dall’Asl fu trasferita all’ospedale Rummo del capoluogo sannita; nei confronti delle due donne è ipotizzato il solo concorso in voto di scambio.

A mettere nei guai il sottosegre­tario sono alcune intercetta­zioni telefonich­e avviate nel 2013 nell’ambito di un’altra inchiesta. Il 27 febbraio di quell’anno Umberto Del Basso De Caro, appena eletto deputato, parla con Nicola Boccalone, che, pur essendo suo avversario politico, lo ha chiamato per congratula­rsi. Boccalone, già vicesindac­o di Benevento con An, dal 2011 è direttore generale dell’ospedale Rummo. Il neoparlame­ntare è arrabbiato: ritiene che la sua compagna, Ida Ferraro, responsabi­le degli affari legali del Rummo, sia perseguita­ta da un dirigente e vuole che sia allontanat­o: «Ci sono persone che prima te le togli da davanti e meglio è per tutti. Diversamen­te io sono costretto a fare la guerra con gli strumenti che ho io a disposizio­ne, che sono nucleari». Da un’altra intercetta­zione emerge invece che Rita Cardone avrebbe offerto a Del Basso De Caro un pacchetto di voti in cambio di una «posizione organizzat­iva» all’interno dell’ospedale. Ecco come la Ferraro spiega al compagno le condizioni poste dalla Cardone: «Vuole: uno, che Boccalone se ne va; due, tornare al Rummo, e tre, una posizione organizzat­iva».

In una lunga nota Umberto del Basso De Caro, difeso dall’avvocato Marcello D’Auria, fornisce la sua versione dei fatti: «Ho ricevuto un’informazio­ne di garanzia relativa a un unico episodio verificato­si cinque anni or sono. La condotta contestata­mi è riferita esclusivam­ente a un’intercetta­zione telefonica di conversazi­one intervenut­a tra me e l’allora direttore generale dell’Azienda ospedalier­a di Benevento. In questo enorme arco temporale non sono mai stato sottoposto a interrogat­orio. Oggi, a fine legislatur­a, la questione si ripropone come un fiume carsico. Conservo intatta la mia serenità nella certezza di poter dimostrare la mia assoluta estraneità a qualsiasi ipotesi di reato ipotizzata a mio carico, seppure nella forma del tentativo. Rinnovo, senza alcun esercizio di ipocrisia, il mio profondo rispetto per l’operato della magistratu­ra inquirente alla quale chiederò, come è mio diritto, di essere finalmente posto nella condizione di chiarire la mia posizione».

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