Prodi in campo per un’intesa
Pensioni, nessun accordo governo-sindacati. Camusso: «Pronti allo sciopero»
Disgelo a sinistra. Telefonata tra Prodi e Renzi. Il Professore «spinge» Pisapia. L’ex sindaco di Milano lo vuole «garante» e vede Fassino. Sul fronte pensioni, nessun accordo governo-sindacati: l’ipotesi dell’esecutivo di estendere l’esenzione dall’aumento dell’età lavorativa di cinque mesi per i lavori usuranti anche alle pensioni di anzianità (oltre che a quelle di vecchiaia) e un fondo per stabilizzare l’Ape sociale che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ieri ha messo sul tavolo per convincere i sindacati non ha convinto Camusso, segretaria della Cgil: sono misure insufficienti, siamo pronti allo sciopero generale.
Estendere l’esenzione dell’aumento dell’età lavorativa di cinque mesi per i lavori gravosi anche alle pensioni di anzianità (oltre a quelle di vecchiaia). Un fondo per prorogare e mettere a regime l’Ape sociale. Sulle pensioni, il governo prova a trovare un accordo con i sindacati nel nuovo incontro di ieri con Cgil, Cisl e Uil.
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, insieme con i ministri dell’Economia Pier Carlo Padoan, del Lavoro Giuliano Poletti e della Pubblica amministrazione Marianna Madia, ha presentato ai tre sindacati nuove proposte «per alcune categorie», perché «il governo prende atto dell’utilità di interventi mirati».
Quindi ecco l’estensione delle esenzioni per i lavori gravosi anche alle pensioni di anzianità con l’istituzione di una commissione tecnica «presieduta dal presidente dell’Istat» che definisca «la rilevazione su base scientifica della gravosità» delle occupazioni. Altra novità, la previsione di fissare un «limite massimo di tre mesi» per ogni futuro rialzo dell’età lavorativa. E poi un fondo per l’eventuale proroga al 2019 dell’Ape sociale. «Uno sforzo significativo — dice Gentiloni — che il governo chiede ai sindacati di condividere».
La risposta non è quella sperata. Dalla leader Cgil Susanna Camusso arriva un «no» secco, seguito dalla parola «mobilitazione». Dalla Uil c’è un «forse», con Carmelo Barbagallo che parla di «aspetti positivi» ma chiede «correzioni» e «chiarimenti sulle risorse e su giovani e donne». L’unico «sì» è della Cisl con Annamaria Furlan che dà un giudizio «positivo» e avverte del rischio di «perdere un’occasione preziosa e importante». Siamo a fine legislatura, ricorda, «bisogna portare a compimento l’intesa: la gestione di un tema così importante per la vita delle persone non può essere spostata in un mare aperto, con tempi del tutto incerti».
A fine incontro, il governo si dice «sorpreso» dalla posizione della Cgil: «Un’impuntatura. Abbiamo offerto soluzioni ragionevoli che vanno incontro al sindacato», fa sapere Palazzo Chigi, ricordando che «l’aumento dell’età non è stato deciso da questo esecutivo». Quella della Cgil è vista quindi come una rottura «per ragioni politiche». Padoan esprime «rammarico», Poletti ricorda che «le proposte sono coerenti con l’impegno già assunto con i sindacati». Diventa così più in salita la strada del governo che ieri sperava nella fumata bianca. Martedì ci sarà il prossimo round.
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