Ostia, il rebus dell’astensione Il centrodestra sfida i 5 Stelle
Ostia alle urne per battere l’astensionismo. Dopo due anni di commissariamento per mafia il decimo Municipio di Roma sceglie il nuovo presidente nel ballottaggio tra Giuliana Di Pillo del M5S e Monica Picca del centrodestra. Urne aperte dalle 7 alle 23 nei 183 seggi controllati a vista da agenti in borghese, misura presa dal Viminale per garantire la regolarità del voto ed evitare «condizionamenti» dei clan dopo gli episodi di violenza che hanno segnato le ultime due settimane: l’aggressione al giornalista Rai Daniele Piervincenzi che ha portato all’arresto di Roberto Spada, le minacce alla troupe de La7 nella giornata del sit-in antimafia e l’intimidazione al circolo Pd di Ostia Antica con il portone bruciato da ignoti.
Elementi che contribuiscono a tenere alto il rischio astensione, già venerdì i comizi finali tenuti dalle due candidate erano semideserti.
Il 5 novembre, nel primo turno aveva infatti votato appena il 36,15% dei 185 mila aventi diritto. Il timore
Abbiamo bisogno di una coalizione che viva in una pluralità di protagonisti L’ex sindaco non vorrebbe Alfano? Non personalizziamo, dobbiamo discutere con le forze moderate
è che oggi la percentuale diminuisca ancora.
Giuliana Di Pillo, candidata del M5S (30,2% nel primo turno), da un anno lavora sul litorale come delegata del Campidoglio e venerdì ha chiuso la sua campagna elettorale insieme con la sindaca Virginia Raggi e Alessandro Di Battista. Monica Picca, in corsa per il centrodestra (26,6% il 5 novembre), è stata accompagnata nel comizio di chiusura campagna dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
Determinanti saranno i voti delle liste fuori dal ballottaggio: il Pd, 13,6% al primo turno, non ha dato indicazioni di voto; CasaPound ha invitato il suo 9% a «non andare ai seggi», mentre il Laboratorio civico di don Franco De Donno (8,6% nel primo turno) potrebbe sostenere la candidata M5S.
Oggi le forze dell’ordine impiegate a presidio dei seggi saranno massicce. Il questore Guido Marino ha firmato un’ordinanza che prevede la presenza dell’esercito al deposito delle schede elettorali. Il documento, varato in stretto contatto con il prefetto Paola Basilone, dispone pure il controllo di «ogni plesso elettorale».