Corriere della Sera

I Giochi 2026 a Torino Chiamparin­o approva l’idea

- Gabriele Guccione Giampiero Timossi

Sogna anche lui nuove Olimpiadi invernali a Torino, Sergio Chiamparin­o: «Le ho fatte nel 2006 e le ricadute sono state estremamen­te positive. Non posso che appoggiare l’idea di replicarle nel 2026. Ma aspetto che la proposta sia più articolata». Smentendo «amaramente» la nota mattutina del M5S che negava l’esistenza di «un fascicolo olimpiadi». L’ex sindaco a cinque cerchi, ora presidente del Piemonte, si aggrega infatti alla prima cittadina a cinque stelle, Chiara Appendino. La città, ha detto la sindaca, lavora per presentare una candidatur­a. Regista dell’operazione è Roberto Finardi, assessore allo Sport e consulente Coni, che ieri ha confermato: «L’idea è nata dai sindaci dei comuni montani già coinvolti nei Giochi del 2006. E ne abbiamo parlato anche con il governator­e. Ma evitiamo polemiche: non si possono paragonare i costi di un’edizione invernale con le Olimpiadi estive. E comunque questa idea non è certo una delle priorità di questa giunta». Parole che affrontano un tema che già scalda i 5 Stelle torinesi. «Faremo una nostra proposta, è vero. Ma sarà diversa dal solito», ammette un esponente di primo piano del M5S. Insomma, una sorta di «Olimpiade grillina». La prima cittadina, per ora, prende tempo. Il tema Olimpiadi è tabù per i pentastell­ati. Ieri Viviana Ferrero, consiglier­a comunale dell’ala dura e pura, è stata tranchant: «Neanche nei miei peggiori incubi». Appendino non può permetters­i spaccature. E così fa sapere con tweet che «non esiste alcun dossier di candidatur­a» e che le priorità ora sono «gli equilibri di bilancio e salvare la Gtt (trasporti)».

Ma per sapere quante possibilit­à ha il sogno di un ritorno delle Olimpiadi a Torino bisognerà aspettare l’ultima neve di primavera. A marzo Giovanni Malagò, presidente del Coni, è atteso in città. E poi ci saranno le elezioni, e toccherà al nuovo governo stabilire se sostenere una candidatur­a italiana per il 2026. La decisione verrà presa a settembre 2019, nella sessione olimpica del Cio a Milano. Il Paese che ospita l’assemblea di solito non può presentare candidatur­e. Ma le cose potrebbero cambiare. Al momento le ipotesi avanzate (da Sion a Calgary) non convincono. Così il Cio potrebbe decidere che non sia più il caso di escludere le candidate italiane.

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