Corriere della Sera

Hariri «liberato» da Macron: «Mercoledì torno a Beirut»

Il premier dimissiona­rio in patria per la festa nazionale. La Francia: riuniamo il gruppo per sostenerlo

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

«La Francia ha mostrato ancora una volta la grandeur del suo ruolo nel mondo nella regione mediorient­ale. Ha provato il suo attaccamen­to al Libano e alla sua stabilità», dice il primo ministro libanese Saad Hariri nella corte dell’Eliseo, dopo il «pranzo amichevole» con i Macron. L’obiettivo del presidente francese è raggiunto, lo sforzo diplomatic­o da mediatore è coronato dal successo. Meno chiaro è il futuro di Hariri, che comunque grazie all’intervento francese sarà di nuovo a Beirut mercoledì 22 novembre, giorno della festa nazionale libanese.

Hariri è arrivato ieri mattina con il suo aereo privato da Riad, dove era trattenuto da due settimane. Il suo soggiorno nella capitale dell’Arabia saudita è stato oggetto di infinite speculazio­ni, il presidente libanese Michel Aoun lo ha definito «ostaggio» del principe saudita Mohamed Ben Salman. A Riad, Hariri è stato costretto a rassegnare le dimissioni da primo ministro del Libano, denunciand­o le manovre dell’Iran che tramite il suo alleato sciita Hezbollah sta esercitand­o un ruolo crescente all’interno del governo libanese. Il presidente Aoun non ha accettato le dimissioni perché secondo la Costituzio­ne devono essere presentate per iscritto, di fronte al Parlamento libanese.

In questo stallo si è inserito Macron, che il 9 novembre, approfitta­ndo della sua presenza nella regione per l’inaugurazi­one del Louvre Abu Dhabi, ha fatto una visita sorpresa a Riad per incontrare il principe Salman. Con il suo accordo, Macron ha invitato Hariri a Parigi. Il principe non avrebbe potuto accettare un ritorno diretto di Hariri a Beirut, che avrebbe sancito il fallimento della sua operazione di opposizion­e a Hezbollah e all’Iran.

L’Eliseo sottolinea che «Il Libano ha bisogno di uno Stato forte per fare vivere il suo modello di coesistenz­a comunitari­a, ed è essenziale proteggere il Libano dalle crisi regionali». Più concretame­nte, a Parigi potrebbe presto riunirsi il gruppo di sostegno al Libano che comprende Usa, Onu, Unione Europea e le potenze regionali. L’attivismo di Mohamed Ben Salman, ormai protagonis­ta mediatico tanto da essersi guadagnato la sigla «MBS», registra uno stop. Il sostegno a Hariri da parte del mondo politico e della società libanese, e della Francia, fa sì che il primo ministro sia in grado di tornare a Beirut. Ma la crisi non è ancora risolta.

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Abbraccio Emmanuel Macron (39 anni) e Saad Hariri (47)

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