Corriere della Sera

L’addio a Riina della famiglia Ai giornalist­i: «Vi denunciamo»

- DAL NOSTRO INVIATO

PARMA Non rientreran­no a Corleone prima di domani Ninetta Bagarella, moglie del boss, Maria Concetta e Salvo, i figli. Quando riceverann­o il nullaosta del magistrato: solo allora potranno lasciare l’Emilia con il cadavere di Totò Riina morto venerdì all’ospedale Maggiore di Parma. I familiari avrebbero voluto vederlo ancora in vita. Gli è stato permesso di avvicinarl­o per trenta minuti solo ieri in una camera dell’obitorio, quando le luci del giorno erano già sopite.

Un furgoncino bianco, una barella. Il corpo del capo mafia, condannato a 18 ergastoli, era stato portato nella sala mortuaria dall’Istituto di Medicina Legale dove a mezzogiorn­o era iniziata l’autopsia, eseguita dal medico legale Rosa Gaudio, alla presenza di un consulente nominato dalla famiglia Riina. Non sarebbero emersi eventi particolar­i inaspettat­i: il medico ha ora 60 giorni per inviare la relazione sulle cause del decesso al pm Umberto Ausiello che ha aperto un fascicolo di omicidio colposo per fugare ogni dubbio. Un’ora prima di mezzogiorn­o era comparsa all’istituto in taxi la figlia Maria Concetta. Verso le tredici e trenta sono invece scesi da una Panda la moglie Ninetta Bagarella e il figlio Salvo. Jeans e sciarpetta al collo, Maria Concetta è arrivata a piedi all’ingresso perché ha sbagliato padiglione. Quando ha ritrovato la strada i giornalist­i le si sono avvicinati. Qualcuno ha chiesto del messaggio postato da lei su Facebook, una rosa nera, un volto femminile che si porta sulle labbra l’indice su cui compare la scritta: shhh. Maria Concetta ha perso il controllo: «Vi denuncio, andate via, sono madre di tre figli, questo è scandalism­o». Momenti di tensione. In serata gli avvocati Tiziana Dell’Anna e Luca Cianferoni, difensori di Maria Concetta e Salvo, hanno detto all’Ansa di aver «inoltrato un esposto» per quella che definiscon­o «un’aggression­e di giornalist­i e fotografi».

Il boss sarà sepolto nel cimitero di Corleone, che già ospita Luciano Liggio e le ceneri di Bernardo Provenzano. La Chiesa ha ribadito, con l’arcivescov­o di Monreale, Michele Pennisi, che non ci sarà un funerale. Maria Falcone, sorella di Giovanni, ha commentato: «Il no ai funerali è decisione bellissima della Chiesa». Agostino Gramigna © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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