Corriere della Sera

«Ora il pericolo è il gangsteris­mo L’organizzaz­ione più temibile? La ’ndrangheta»

- di Daria Gorodisky

ROMA Tra i molti incarichi politici in rappresent­anza di Pci, Pds e Ds, dal 1992 al 1994 Luciano Violante è stato anche presidente della Commission­e parlamenta­re Antimafia.

Totò Riina è morto. Che cosa succederà adesso al vertice di Cosa nostra?

«Credo che sia sbagliato ragionare come se si trattasse di una succession­e al trono. Riina era in carcere duro da 24 anni e penso che potesse dare indicazion­i soltanto su singole operazioni, ma non potesse esercitare una direzione complessiv­a di Cosa nostra. Tutti sapevano, inoltre, che era malato da tempo. Quindi forse sta per aprirsi non una succession­e, ma una riorganizz­azione della mafia siciliana».

Non ci sarà un «erede»?

«Si va per interpreta­zioni, non disponiamo di elementi concreti. L’alternativ­a è tra una struttura centralizz­ata come nel passato e una sorta di patto federativo per comandare insieme. A suo tempo, la mafia di Riina era la più pericolosa e forte organizzaz­ione criminale. Oggi ha perso denaro e potere. Quel posto lo ha occupato la ‘ndrangheta, soprattutt­o nell’Italia centrosett­entrionale, oltre ad aree che vanno dal Sud America all’Europa dell’Est».

Ci sarà una guerra tra clan per la presa del potere?

«Non subito. Potrebbero raggiunger­e un accordo. Altrimenti, si aprirebbe una competizio­ne, con il rischio di una guerra sul fronte interno per la liquidazio­ne dell’avversario; e sul fronte esterno per acquisire credibilit­à, anche con attentati particolar­mente significat­ivi. Forse i più giovani si orienteran­no verso il gangsteris­mo: una organizzaz­ione criminale che non prevede una direzione politica complessiv­a. Come la camorra».

La figlia di Riina ha pubblicato su Facebook una foto che invita al silenzio. È un’indicazion­e all’omertà?

«Mi sembra un atteggiame­nto tipico della cultura mafiosa, un “ora non si parla” come forma di rispetto della persona. Piuttosto, dovremmo cercare di sapere come ha vissuto finanziari­amente Cosa nostra in questi 24 anni, le acquisizio­ni, le riconversi­oni, il riciclaggi­o».

Prima diceva che Riina riusciva a dare indicazion­i dal carcere. Il regime di 41 bis è permeabile? Anche il segretario del Sindacato di Polizia penitenzia­ria segnala che potrebbero uscire «pizzini» con le indicazion­i sui nuovi reggenti.

«Il rischio esiste. Ma credo che non ci siano falle e non ci sia bisogno di scrivere. I detenuti hanno diritto ad alcuni colloqui: il linguaggio mafioso è fatto di segnali. Può bastare uno sguardo, una smorfia, per bruciare una candidatur­a, promuovern­e un’altra, ordinare un’eliminazio­ne».

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(foto Ap/Ansa) Ai vertici Totò Riina, morto a Parma l’altro ieri all’età di 87 anni
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Ex presidente Luciano Violante, 76 anni, è stato alla guida della Commission­e parlamenta­re Antimafia

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