Corriere della Sera

Il Movimento 5 Stelle e la nazione irascibile

- Di Beppe Severgnini

Adam Smith scrisse La ricchezza delle nazioni, e questo lo sanno quasi tutti. Scrisse anche, un po’ di anni prima, nel 1759, un libro altrettant­o interessan­te, La teoria dei sentimenti morali, in cui spiegava che il sistema economico funziona meglio nelle società dove esiste un alto livello di fiducia reciproco; ed entra in crisi quando questa fiducia si riduce o scompare. Direi, da questo punto di vista, che oggi in Italia non siamo messi bene. Lo si capisce per strada, al lavoro, a cena, tra amici su WhatsApp, sui social: tutti pronti a scattare come molle. Short tempered, in inglese. Irascibili, in italiano classico. Incazzosi, in italiano contempora­neo. È più di un malumore collettivo. È una miscela di permalosit­à e delusione, sospetto e presunzion­e. Ogni tanto bum!, esplode.

L’ho sperimenta­to in questi giorni, dopo aver scritto per il New York Times sulle prospettiv­e del Movimento 5 Stelle (http://nyti.ms/2it8MXt). Non mi lamento, non mi spavento: riporto. Facebook, Twitter, il blog Italians: mai visto un movimento di protesta protestare così. Tra i commenti pubblicabi­li: mentecatto, verme, bastardo, lurido, ignobile, stronzo, servo, leccalecca, parassita, mangiasass­i (?), anima nera, venduto, traditore, venditore di aspirapolv­eri porta-a-porta (!). Il mio preferito (copio e incollo): «Hai sputtanato l’illustre Di Maio di cui tu non sei nemmeno il suo calzino sporco dopo 11 km di passeggiat­a».

Notate: scrivo un commento al mese per il New York Times dal 2013, e nei vent’anni precedenti ho scritto per altre testate americane e inglesi (soprattutt­o The Economist). Ho raccontato gli alti e bassi — più spessi questo ultimi, purtroppo — della politica italiana: da Bossi a Renzi, passando per Berlusconi, Prodi, Monti e Grillo. In quel pezzo, a Gigi Di Maio ho dedicato due righe (a proposito: magari non è un campione in geografia, ma a Washington non ha detto che «la Russia è un Paese del Mediterran­eo»). Ho parlato invece del M5S, la voce dello scontento italiano. Ho insistito — e ripeto qui — che il M5S non deve prestarsi alle manovre russe di russe. Con Trump e Brexit hanno funzionato, in Germania e in Francia quest’anno sono state scoperte e bloccate. Nel 2018 — state certi — ci proveranno con noi. È giusto chiedere lealtà a tutti i contendent­i. Alessandro Di Battista, cui ho posto la questione a «Otto e mezzo» (La7), lo ha capito. Molti suoi sostenitor­i, evidenteme­nte, no.

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