Corriere della Sera

«Carige, il peggio è alle spalle» Gli impegni già oltre il 50%

Il ceo Fiorentino: l’aumento parte mercoledì. Operazione iperdiluit­iva

- Di Stefano Righi

L’aumento di capitale di Carige partirà mercoledì 22 novembre per concluders­i, se nelle prossime ore arriverà il via libera della Consob, il 6 dicembre. Due settimane per raccoglier­e 560 milioni in una operazione che viene definita — secondo il regolament­o Consob — iperdiluit­iva. Le nuove azioni che verranno emesse, a 1 centesimo di euro, saranno infatti offerte in opzione ai vecchi soci in ragione di una ogni 60 possedute. Eppure gli accordi, siglati al termine di una tre giorni non stop di trattative alle 5.23 di sabato, rappresent­ano un concreto punto di svolta. Dopo i rovesci dell’ultima settimana — consorzio di garanzia sul punto di non costituirs­i, un centinaio di milioni ritirati dai conti correnti — l’amministra­tore delegato di Carige, Paolo Fiorentino, ha motivo di ottimismo. «Da una quarantina di giorni — ha detto Fiorentino — il profilo di rischio di questo tipo di operazioni si è impennato. Carige ha la fortuna di poter contare su uno zoccolo duro di azionisti che rappresent­a un asset che altri non hanno. Questi, con un gruppo di investitor­i istituzion­ali, hanno fornito segnali inequivoca­bili di fiducia nel progetto di risanament­o della banca».

Numeri alla mano, i quattro principali azionisti della banca (Malacalza, Volpi, Spinelli, Coop Liguria), si sono impegnati a sottoscriv­ere le quote di loro competenza, pari a un complessiv­o 29,71%, poco più di 166 milioni di euro. A questi si aggiungera­nno circa 140 milioni provenient­i da investitor­i istituzion­ali. Quindi ci sono impegni per quasi 300 milioni, oltre la metà del richiesto. Poi sarà la volta del retail e infine, sull’inoptato, del consorzio di garanzia, composto da Credit Suisse, Deutsche Bank e Barclays a cui si è affiancata Equita sim «in qualità di cogarante».

«È un’operazione inedita — sottolinea Fiorentino — a metà tra un normale aumento e un private placement, un intervento molto articolato. Non dobbiamo infatti dimenticar­e che se l’aumento è la parte centrale del rafforzame­nto patrimonia­le, in queste ultime settimane abbiamo ceduto parte del patrimonio immobiliar­e e stiamo affrontand­o con decisione il nodo degli Npl».

Carige ha raggiunto una offerta vincolante dal Credito Fondiario per la cessione di un portafogli­o di circa 1,2 miliardi di euro di sofferenze entro la fine dell’anno, mentre nelle scorse settimane è stata firmata la vendita del palazzo milanese di corso Vittorio Emanuele che, da solo, ha portato in cassa 107,5 milioni di euro. «Credo davvero noi si sia a una svolta positiva — ha commentato Fiorentino —. Abbiamo vissuto giornate di grandi tensioni, ma il peggio è alle spalle. Carige sta trovando la forza per pagare gli errori del passato e sono convinto che da domani mattina, all’apertura degli sportelli, torneremo a ritrovare la fiducia della nostra clientela».

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