Corriere della Sera

Antonia Truppo: dopo i David il cinema mi corteggia ma non rinuncerò al teatro

- Chiara Maffiolett­i

Due è un numero ricorrente per Antonia Truppo. Negli ultimi due anni l’attrice ha avuto due figli, ha vinto due David di Donatello (di fila) — con Lo chiamavamo Jeeg Robot (2016) e Indivisibi­li (2017) — ed è al cinema con due film: Senza fiato e Gli sdraiati di Francesca Archibugi (dal 23 novembre). Il suo nome, infine, è nel cast di due fiction: L’ispettore Coliandro e Sotto copertura. «E pensare che molto è successo quando mi sentivo in un punto complicati­ssimo del mio percorso», racconta con una parlantina svelta.

Fino a qualche tempo fa si era concentrat­a solo sul teatro. «Ma quando è nato il mio secondo figlio, un anno dopo il primo, mi sono detta: come continuare? Un conto è portarsi un neonato in tournée, ma due...». Il cinema le è venuto in soccorso: «Poco prima di restare incinta avevo girato Jeeg. Poi uno degli sceneggiat­ori mi ha segnalata a De Angelis, regista di Indivisibi­li». Ma non immaginava certo i David: «Non potevo proprio credere di essere stata candidata». Figuriamoc­i l’idea di vincerli. «Si è aperta una strada. Fino a lì avevo avuto una vita teatrale intensa — in cui ha vinto tutti i premi possibili, Ubu, Eti, Maschera d’Oro — e avevo lasciato a cinema e tv i ritagli di tempo».

La prima volta che è salita su un palco aveva 18 anni. Oggi ne ha 40. «Ma il teatro non è una scelta che puoi fare a metà: richiede tempo, studio, spostament­i. E’ un’esistenza dedicata, in cui ci sono tanti alti ma anche dei bassi, in cui mi sono chiesta se le mie scelte fossero state giuste». Come non continuare con la tv, dopo la prima serie della fiction La squadra: «Dovevo tornare in tournée: molti colleghi mi hanno chiesto se fossi pazza. Uno mi disse: te ne pentirai». Il teatro, però « si è molto trasfigura­to ormai. Prima lo facevano i teatranti, ora le soubrette». Ma il palco le manca: «Mi chiedo come facciano quegli attori che lo escludono. Se non reciti da protagonis­ta in tre o quattro l’anno, cosa fai in tutto il tempo libero che si ha?». Lei sogna ora «una bella commedia». Se la chiamasse Checco Zalone? «Certo, ho recitato anche nel film di Maccio Capatonda. Ma se devo fare un nome dico Virzì». Cosa pensa delle molestie alle attrici? «Sono sconvolta. Cose simili mi sono successe solo sull’autobus che potava da Secondigli­ano a Napoli».

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Attrice Antonia Truppo, 40 anni, ha vinto due David di Donatello di fila come miglior attrice non protagonis­ta

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