È importante la guida di un esperto
Tutti i bambini, compresi quelli vegetariani o vegani, sono seguiti dal pediatra di base. Ma non è detto che quest’ultimo sia esperto di diete veg.
«In generale c’è poca attenzione verso la nutrizione da parte dei medici — afferma Mario Berveglieri —. Nei Paesi ricchi la principale causa di malattia e morte non è la malnutrizione per difetto, ma quella per eccesso, che può portare allo sviluppo di malattie croniche. Molti pediatri non sono preparati sul tema dell’alimentazione a base vegetale».
Secondo i coordinatori del documento sulle diete veg in gravidanza ed età evolutiva, Giuseppe Di Mauro e Margherita Caroli, «troppo spesso le consulenze sono fatte da operatori degli adulti, come biologi nutrizionisti, e si riducono a un semplice calcolo di quantità e percentuali. È importante — concludono — che il bambino sia seguito da chi conosce tutte le problematiche della sua età».
Un errore che rischiano di fare i genitori veg, soprattutto quando i figli sono piccoli, è legato all’eccesso di fibre, che può ostacolare il raggiungimento del fabbisogno calorico quotidiano. «Ricordo il caso di una famiglia che in fase di svezzamento dava al bambino cereali integrali — dice Berveglieri —. Invece è meglio evitare di proporre inizialmente questi cibi perché le fibre possono determinare sazietà precoce. Potrei fare però molti esempi di famiglie onnivore che non seguono un regime equilibrato».
Oltre che nell’infanzia e adolescenza, la scelta vegetariana o vegana deve essere attentamente valutata anche in gravidanza e allattamento. Per la futura o neomamma il rischio di carenze — tanto più alto quanto più la dieta è restrittiva — riguarda le vitamine B12 e D, DHA, ferro, iodio, calcio e zinco, tutti nutrienti fondamentali per lo sviluppo del feto e nei primi mesi di vita del bambino. I pediatri raccomandano che le future mamme siano seguite da personale esperto e monitorate per ricevere eventualmente i supplementi necessari.
Dallo svezzamento in avanti è giusto chiedersi come impostare la dieta del bambino, che sia esclusivamente vegetale o meno. Ed è fondamentale assicurare al piccolo il raggiungimento di un adeguato fabbisogno calorico, proteico e dei vari nutrienti necessari alla sua crescita.
«La scelta vegetariana, e ancor più la vegana — sottolinea Stefano Erzegovesi, medico nutrizionista e psichiatra, responsabile del Centro per i disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano —, comportano l’attenzione dei genitori alla varietà alimentare, alla padronanza di tecniche che limitino l’effetto anti-nutriente delle fibre (come l’ammollo dei cereali integrali e l’uso del passaverdure per i legumi) e al controllo periodico,
Troppe fibre Un errore che rischiano di fare i genitori “veg”, soprattutto quando i figli sono piccoli, è legato all’eccesso di fibre, che possono determinare sazietà precoce senza che sia raggiunto il fabbisogno calorico quotidiano. Oltre che nell’infanzia, la scelta veg deve essere attentamente valutata anche in gravidanza e allattamento: la futura o neo mamma deve evitare il rischio di carenze di alcuni nutrienti
da parte di un medico esperto, di eventuali carenze nutrizionali. Molto più importante è il concetto di dieta equilibrata. Come onnivoro posso nutrirmi di pane industriale e salumi, piuttosto che, come vegano, di pane e würstel di soia: in entrambi i casi la mia salute peggiorerà. Personalmente — conclude Erzegovesi — consiglio un regime mediterraneo a base prevalentemente vegetale, con abbondanti cereali integrali, legumi, verdura e frutta e piccole quantità di proteine animali. Le famiglie che propongono ai figli la scelta vegetariana o vegana dovrebbero aiutare il bambino a conoscere prima l’intero alfabeto dei sapori, attraverso una dieta onnivora che sia prevalentemente, ma non esclusivamente, vegetale. Quando il figlio crescerà, potrà esprimersi in modo libero e consapevole. Se invece i genitori vogliono portare avanti una scelta veg senza eccezioni, devono essere assistiti da esperti».