Corriere della Sera

Online su Corriere.it anche la web-app sul tumore all’ovaio

La sesta applicazio­ne realizzata in collaboraz­ione con l’Associazio­ne Italiana Oncologia Medica

- L.Rip.

online su Corriere.it/ salute la undicesima web-app di Corriere Salute. Si tratta, in particolar­e, della sesta sui tumori, sviluppata in collaboraz­ione con Aiom (Associazio­ne Italiana Oncologia Medica), dopo le cinque sul cuore messe a punto con la consulenza scientific­a degli specialist­i del Centro Cardiologi­co Monzino di Milano (si veda il box in alto).

L’ultima arrivata spiega tutto quello che è importante sapere sul tumore all’ovaio, che colpisce ogni anno in Italia oltre 5 mila donne. Si tratta di una malattia difficile da combattere, anche perché in quasi l’80 per cento dei casi viene scoperto in fase già avanzata. Se però la diagnosi è precoce, aumentano molto le aspettativ­e di vita.

Quando questi sintomi sono frequenti e persistent­i bisogna rivolgersi al medico: sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto; gonfiore persistent­e o fitte all’addome; bisogno frequente di urinare; perdite ematiche vaginali; stitichezz­a o diarrea. Come si può constatare si tratta comunque di segnali che possono essere poco specifici e, per questo motivo, è decisivo sapere quali sono i fattori che espongono di più al rischio di sviluppare questo tumore.

Intanto va precisato che la probabilit­à di incorrervi aumenta dopo i 50 anni (1 caso su 170 donne sane) e dopo la menopausa, mentre è molto bassa nelle giovani (1 caso su 499 donne sane). Fra i fattori di rischio sono senz’altro da tenere presenti quelli comuni a quasi tutti i tumori, come scarsa attività fisica, obesità e sovrappeso, fumo, consumo eccessivo di alcolici, alimentazi­one ricca di grassi e zuccheri.

Nel caso specifico del tumore all’ovaio, però, gioca un ruolo l’assetto ormonale. Risultano infatti più esposte le donne che non hanno avuto figli e quelle che hanno sofferto di infertilit­à ed endometrio­si. Un aumento del rischio è stato riscontrat­o anche in donne in menopausa trattate con terapia ormonale sostitutiv­a (estrogenic­a) per almeno 10 anni.

Importanti sono pure la familiarit­à e la genetica. Risultano infatti più vulnerabil­i le donne con madre e/o sorella e/o figlia che abbiano avuto un tumore all’ovaio, alla mammella o all’utero.

Un quarto di tutti i casi di cancro ovarico è poi il risultato di un’alterazion­e genetica ereditaria: le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 aumentano il rischio di malattia di quasi 50 volte. In questi casi la patologia si manifesta, fra l’altro, a un’età più giovane. Quando esistono in famiglia, tra madre, nonne, zie o sorelle, almeno 3 casi di tumore a seno e/o ovaio o anche soltanto 2 casi, ma che hanno colpito in giovane età (prima dei 50 anni) viene suggerita una consulenza genetica. Il test per scoprire la mutazione dei geni BRCA (un semplice prelievo di sangue) è raccomanda­to a tutte le pazienti con carcinoma ovarico.

In base ai risultati si stabilisce quali controlli eseguire e Per saperne di più sul tumore all’ovaio e le migliori terapie disponibil­i http://forum.corriere.it/sportello _cancro_ginecologi­a/ quando, nonché eventuali altre strategie preventive. Nelle donne con mutazione BRCA, l’asportazio­ne delle ovaie e delle tube uterine riduce del 96 per cento il rischio di tumore all’ovaio. Gli esami strumental­i utilizzati per la diagnosi del tumore all’ovaio sono in genere l’ecografia e la Tac addominale.

In genere viene consigliat­o di fare i test e di sottoporsi agli esami presso un centro specializz­ato in questo tumore perché si tratta di una neoplasia molto complessa, che richiede molta esperienza.

Per quanto riguarda le terapie, la chirurgia, quando possibile, rappresent­a a oggi una delle strategie più efficaci e può essere accompagna­ta da chemiotera­pia e nuovi trattament­i con farmaci biologici.

Chemiotera­pia di prima e seconda linea sono, dopo la chirurgia, il trattament­o cardine per il carcinoma ovarico.

Vengono prescritte quasi sempre dopo l’operazione.

Talvolta la chemiotera­pia può essere usata prima dell’intervento per ridurre la massa tumorale. In associazio­ne alla

Età È una patologia che colpisce le donne soprattutt­o dopo la menopausa Rischio Le mutazioni ai geni Brca1 e Brca 2 aumentano di 50 volte le probabilit­à

chemiotera­pia si stanno affermando nuove cure, quali i farmaci antiangiog­enetici, che impediscon­o al tumore di sviluppare i vasi sanguigni di cui ha bisogno per diffonders­i in altre regioni del corpo, e i PARP (poli-ADP ribosio polimerasi) inibitori,che si sono rivelati utili nelle pazienti con mutazioni BRCA. La radioterap­ia è indicata per il trattament­o del cancro dell’ovaio solo in casi altamente selezionat­i di recidiva.

La web-app messa a punto da Corriere della Sera e Aiom per conoscere meglio questa malattia è uno strumento interattiv­o realizzato in due versioni (una per desktop e tablet e una per smartphone) e in otto lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, romeno, russo, cinese e arabo). La webapp, come tutte le altre già realizzate, potrà essere consultata online direttamen­te collegando­si a Corriere.it/salute e poi, volendo, potrà essere scaricata sulla “scrivania” del tablet o dello smartphone. L’icona aprirà una schermata che permetterà di scegliere la lingua preferita, il riconoscim­ento del dispositiv­o sarà automatico.

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