Protesi e ausili tecnologici «non disponibili» per i disabili
Tutto fermo dopo l’inserimento nel nuovo nomenclatore otto mesi fa
sugli ausili tecnologici per persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali www.legadelfil odoro.it rotesi e ortesi a tecnologia avanzata, software per comunicare, apparecchi acustici digitali, dispositivi per il telesoccorso, sensori e telecomandi per il controllo ambientale: sono ausili innovativi che possono facilitare la vita a chi ha una disabilità permanente o temporanea e ora, con i nuovi Lea, i Livelli essenziali di assistenza entrati in vigore lo scorso marzo, sono stati introdotti nel nomenclatore dell’assistenza protesica (allegato 5), ovvero l’elenco delle protesi e degli ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale dietro prescrizione del medico specialista.
In realtà, a distanza di otto mesi, i nuovi dispositivi non sono ancora disponibili. Perché possano essere forniti dalle Asl, infatti, è necessario attendere la pubblicazione del Decreto ministeriale sulle tariffe da corrispondere agli erogatori per queste prestazioni. A ottobre il sottosegretario al Ministero della Salute, Davide Faraone, rispondendo a un’interrogazione in Commissione affari sociali alla Camera, ha detto che «saranno fruibili entro fine anno».
«Fino a quando non si risolve il nodo delle tariffe, i nuovi ausili tecnologici esistono solo sulla carta — afferma Paolo Boldrini, past president della Simfer, Società italiana di medicina fisica e riabilitativa — . Nel frattempo le Regioni stanno procedendo in ordine sparso: nella maggior parte dei casi si continuano a dare gli ausili del vecchio nomenclatore, come prevedono le norme transitorie del DPCM sui Lea, in qualche Regione invece è possibile usufruire dei nuovi dispositivi (erogati extra Lea)».
Una disparità tra Regioni che dovrebbe essere sanata proprio con l’inserimento degli ausili tecnologici nei nuovi Lea, ovvero le prestazioni che Tutte le innovazioni tecnologiche che possono aiutare le persone disabili nello svolgimento delle attività quotidiane
milioni
Le persone disabili in Italia di cui: milioni Persone disabili milioni Quelle ritenute gravi
mila I disabili con meno di 65 anni spettano a tutti i cittadini a prescindere dal luogo di residenza.
«Ad oggi è un diritto ancora negato — chiosa Vincenzo Falabella, presidente di Fish, Federazione italiana per il superamento dell’handicap —. La tecnologia ha cambiato la vita di molti. « Nei nostri centri utilizziamo i dispositivi a seconda delle esigenze di ciascun assistito — spiega Patrizia Ceccarani, direttore tecnico-scientifico della Lega del Filo d’Oro che impiega tecnologie assistive per la riabilitazione di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali —. Sono sistemi di comunicazione per chi non parla oppure microinterruttori d’aiuto per chi ha disabilità motorie o multiple a interagire con l’ambiente esterno attraverso semplici movimenti di mani, labbra o palpebre». Anche i robot sono impiegati come ausili nella riabilitazione,
Quanti utilizzano internet Tra i 18 e 44 anni Altro
Inoltre, nel nuovo nomenclatore protesi e ausili continuano a essere considerati una compensazione della menomazione piuttosto che strumenti per esercitare il proprio diritto alla mobilità, alla comunicazione, a una vita il più ad esempio per guidare le persone verso la corretta destinazione, o per il recupero dopo un ictus o un trauma cranico. E, a breve, i robot per la neuroriabilitazione potrebbero essere utilizzati fuori dagli ospedali, nell’ambulatorio vicino casa o al domicilio del paziente. Per la prima volta, infatti, un robot ha ottenuto il riconoscimento del Ministero della Salute come dispositivo medico a domicilio: serve alla riabilitazione degli arti superiori, si può trasportare in un trolley, ed è frutto della ricerca di bioingegneri dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. possibile autonoma, come sancisce la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità».
Eppure, secondo studi basati sull’evidenza scientifica, la tecnologia abbinata a programmi di riabilitazione consente alle persone con deficit sensoriali, motori e intellettivi di interagire con l’ambiente esterno e raggiungere livelli di autonomia che altrimenti non potrebbero raggiungere.
Alcune di queste ricerche (si veda articolo sopra), presentate a Roma in una conferenza internazionale promossa dalla Lega del Filo d’Oro, sono state pubblicate di recente sul numero monografico dell’International Journal of Development Disabilities dedicato alle tecnologie assistive, cioè l’insieme di soluzioni tecnologiche che vanno da quelle più conosciute come apparecchi acustici e sedie a rotelle, ad altre più elaborate come microinterruttori, dispositivi di generazione di discorso, supporti di memoria, video e robot.
«Le tecnologie assistive comprese le applicazioni di smartphone o tablet, domotica e robotica, non sono state appositamente concepite per le persone con disabilità, in forme modificate e adattate per le specifiche necessità, possono diventare fondamentali anche per uscire dall’isolamento e avere una migliore qualità di vita — spiega Giulio Lancioni, docente di psicologia all’Università di Bari e direttore del Centro di ricerca della Lega del Filo d’Oro — . Gli studi hanno dimostrato che le tecnologie, per poter essere un vero interfaccia tra persone e ambiente e, quindi, favorire la loro autonomia, devono essere semplici, di facile utilizzo, dai costi contenuti e accessibili, senza inutili ostacoli burocratici».