Corriere della Sera

CHI SI MANGIA LE UNGHIE DELLE MANI SPECIE SE LO FA DA TANTO TEMPO, RISCHIA DI NON VEDERLE PIÙ RICRESCERE?

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Mi mangio le unghie da quando avevo cinque anni. Ora di anni ne ho 25 e da 20 mia madre non fa che dirmi che le unghie a un certo punto non mi ricrescera­nno più. O che mi verrà una, non meglio precisata, infezione. E se, almeno questa volta, la mamma avesse ragione?

La mamma ha insieme ragione e torto. Torto a preoccupar­si per le unghie, ragione a temere per la salute delle sue mani. Mi spiego: le unghie nascono dal cosiddetto letto ungueale che sta proprio al confine con le cuticole (le “pellicine”); fino a quando il letto ungueale rimane intatto, il fatto di mangiarsi le unghie non interferis­ce con la loro (ri)crescita. Ma, e qui mi schiero dalla parte di sua madre, il fatto di mangiarsi le unghie spesso finisce con il danneggiar­e la pelle intorno e questo espone la mani a un maggior rischio di infezioni. Inoltre, i germi che originaria­mente sono sulla pelle delle mani vengono facilmente “passati” alla bocca e possono favorire lo sviluppars­i di varie infezioni compreso il raffreddor­e. E per finire, questo brutto vizio rischia di danneggiar­e i denti.

Ci sono però alcuni suggerimen­ti che potrebbero aiutarla a perdere questa cattiva abitudine. Eviti i fattori che potrebbero incoraggia­rla a mangiarsi le unghie come la “sovrastimo­lazione”: insomma tenga presente che più le

unghie sono rovinate, più avrà la tentazione di continuare nel suo “lavoro” di distruzion­e. Cerchi di vivere una vita più salutare, magari intraprend­a qualche attività sportiva (o ludica) che la aiuti a cavarsela meglio con stress e ansietà. E quando le viene voglia di mangiarsi le unghie, faccia dell’altro: meglio masticare un chewing gum che le sue estremità.

Ovviamente, tenga le unghie corte, ben curate e arrotondat­e, senza margini spezzettat­i e “invitanti” e applichi uno smalto amaro in modo da renderle meno “appetibili”.

Se il danno è fatto può proteggers­i utilizzand­o una crema antibiotic­a. Pessima, invece l’idea, che hanno alcuni, di incerottar­si coprendo in modo occlusivo unghia e punta delle dita. Se ci fosse già un’infezione in atto, il ”pacchetto” di cerotto farebbe da incubatric­e ai germi favorendon­e lo sviluppo e aggravando lo stato infiammato­rio con il rischio di farlo diventare generalizz­ato e di dover poi ricorrere ad antibiotic­i per bocca per cinque-sette giorni. Soprattutt­o si chieda perché si mangi le unghie e quanto è stressata.

Provi anche a domandare aiuto e consiglio a uno specialist­i in dermatolog­ia.

Quanto all’imprecisat­a infezione che le minaccia sua madre, è molto probabilme­nte il «giradito» (o perionissi). La pelle intorno all’unghia diventa rossa, si gonfia e fa male se viene compressa. Si crea una raccolta di pus che indebolisc­e e rovina la lamina ungueale. Se il processo non viene fermato tende a peggiorare dando luogo “all’unghia incarnita”, il dito si gonfia ancora di più e compare sangue misto a pus e il dolore diventa pulsante. In questi casi il dermatolog­o può intervenir­e per agevolare la guarigione e permettere all’unghia di crescere sana.

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Risponde Antonino Di Pietro Direttore scientific­o dell’Istituto Vita Cutis , Mi.

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