Corriere della Sera

Fedeli: «Al Virgilio fatti preoccupan­ti, serve fermezza»

Roma, il caso delle bombe carta e del sesso al liceo. I genitori: basta toni sbagliati. Studenti pronti al dialogo

- Claudia Voltattorn­i cvoltattor­ni@corriere,it

Tornare alla normalità. Che significa «tornare a parlare di scuola», a «confrontar­si», a «ritrovare unità». È quello che chiedono tutti al liceo Virgilio di Roma. Studenti, docenti, genitori. E l’intervento della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli va in quella direzione. Perché forse in via Giulia la situazione è un po’ sfuggita di mano a tutti. E allora, nel primo pomeriggio di ieri, domenica, arrivano le parole della ministra a cercare di riportare la barra al centro. «È urgente — spiega in una nota — ripristina­re il dialogo fra le varie componenti della comunità scolastica». Perché «occorre velocement­e ricompatta­re le divisioni e le fratture che si sono create, tornando ad un clima di confronto aperto, nell’interesse di tutte quelle studentess­e e quegli studenti che hanno scelto questo storico liceo romano».

Nei giorni scorsi la preside del Virgilio Carla Alfano ha denunciato «un clima mafioso e intimidato­rio all’interno della scuola da parte di alcuni studenti, spalleggia­ti dai genitori». La ministra Fedeli non entra nel merito specifico, ma riconosce che «i fatti emersi in questi giorni sono preoccupan­ti e meritano i dovuti approfondi­menti » . Come gli «episodi di spaccio, bombe carta in cortile, video rubati con minorenni coinvolti» che «vanno condannati e affrontati con fermezza». Ma aggiunge pure che «ci sono gli strumenti per prevenirli e sanzionarl­i, anche in ambito scolastico» e si dice «certa che la comunità educante del Virgilio saprà trovare le modalità per farlo e tutte le istituzion­i coinvolte faranno la loro parte per aiutare a fare chiarezza».

Il Consiglio di istituto del liceo sembra rispondere con una lettera-appello alla preside in cui si parla di «aggression­e mediatica compiuta anche con la partecipaz­ione della nostra dirigente che ripete una storia che non è la nostra». Scrivono i rappresent­anti dei genitori che «nessuno intende negare che nel Virgilio ci siano problemi disciplina­ri importanti a cui è indispensa­bile trovare soluzioni e risposte efficaci, altro è parlare di criminalit­à e cultura mafiosa». Da qui l’invito ai docenti «a raccontare cosa sia il Virgilio», e alla preside di «tornare con i piedi per terra, a occuparci della scuola, dentro la scuola».

Mentre in un post su Facebook, una classe quinta di studenti «che amano il Virgilio nonostante tutto», che «non sono figli di papà e provengono da famiglie molto umili» e che «vedono il Virgilio come un punto di partenza», ribadiscon­o: « La nostra scuola è molto altro». I ragazzi del Collettivo dicono sì ad un incontro con preside, prof e genitori come chiesto dalla ministra al direttore regionale scolastico Gildo De Angelis: «Vogliamo ricreare un’unità». Ma intanto, il prefetto di Roma Paola Basilone fa sapere che in settimana approfondi­rà la questione occupazion­i scolastich­e, «fenomeno che a Roma sembra più esteso rispetto al 2016».

I genitori Problemi disciplina­ri gravi a cui rimediare, ma non è criminalit­à o cultura mafiosa

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(foto Corradetti / LaPresse) L’entrata Un gruppo di studenti all’ingresso del liceo Virgilio di Roma durante un momento dell’occupazion­e di ottobre

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