Corriere della Sera

Belotti sbaglia un rigore Ljajic va a sprazzi e il Toro non vince più

Pari con il Chievo, fischi per la squadra di Mihajlovic

- Torino Chievo 1 1 Filippo Bonsignore

per il Torino nelle ultime otto partite di campionato

Il Torino non è ancora guarito. La bella prestazion­e contro l’Inter prima della sosta era un’illusione. Non ha avuto infatti un seguito nel momento di accelerare nuovamente verso la zona Europa. Anzi, è arrivata una frenata, pesante e inattesa. Il pari contro il Chievo ha un sapore totalmente diverso rispetto a quello ottenuto contro i nerazzurri, come testimonia­no i fischi del pubblico, e riporta alla luce difetti evidenteme­nte soltanto mascherati per un giorno. La squadra di Mihajlovic fatica a trovare ritmo e idee e a dare imprevedib­ilità alla manovra, perché Ljajic si accende a intermitte­nza. Fa possesso palla (61%), crea comunque occasioni, ma spreca troppo. Prova ne sono le occasioni di Burdisso, Baselli e Iago Falque. E anche in difesa la spia rossa dell’allarme è accesa: è la decima partita consecutiv­a con almeno una rete al passivo. Stavolta ha fatto centro Hetemaj, per il vantaggio del Chievo (confermato dalla Var dopo le proteste di De Silvestri), prima che Baselli riportasse la gara in equilibrio, ancora di testa.

Chi non trova il gol, invece, è Belotti, a digiuno ormai da due mesi, che sbaglia nella ripresa il rigore del possibile successo, concesso grazie alla Var per un intervento scomposto di Gobbi sul Gallo. «Conosco le sue caratteris­tiche Consolato Andrea Belotti, 23 anni, consolato da Iago Falque, 27 (LaPresse) dai tempi del Palermo, mi è andata bene» sorride Sorrentino, decisivo anche sulla traversa di Iago Falque poco prima. Il problema del bomber, però, è più ampio: non ha ancora ritrovato brillantez­za dopo l’infortunio, la mancanza del gol pesa e lo condiziona e anche la delusione vissuta con l’Italia è ancora da smaltire. «Quando è tornato dalla Nazionale non era dell’umore giusto, ma c’era da capirlo — ammette Sinisa Mihajlovic —. Deve stare più tranquillo, più sereno, cerca il gol con troppa foga e invece deve lavorare serenament­e per la squadra perché il gol arriverà. È anche una questione di condizione fisica, ci vuole tempo per tornare in forma. Dopo il rigore sbagliato era triste, ha chiesto scusa a tutti, e questo fa capire che tipo di ragazzo è. Ma, ripeto, non deve avere l’ossessione del gol, più ci pensa più non arriva».

Al tecnico serbo, però, il risultato non va giù: «Sono molto arrabbiato, perché queste partite vanno vinte, quando crei tanto devi vincere. E invece noi produciamo uno sforzo troppo grande per fare gol. Bisogna essere più concreti». Non è soltanto questo, però, il problema del Toro, se i granata hanno vinto solamente una delle ultime 8 gare. Il Chievo così, dopo aver bloccato il Napoli, fa un altro passo ma appare un po’ spuntato. Ah, ci fosse un bomber là davanti...

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