Corriere della Sera

La rivolta dei taxi che tiene in scacco le città e la politica

Esplosioni e fumogeni vicino al ministero: «No alla deregulati­on». Nencini: «Richieste irricevibi­li»

- Di Antonella Baccaro Caccia, Voltattorn­i

«Siamo venuti da tutta Italia, rappresent­iamo il disagio di 40 mila famiglie». Quasi 30 sigle sindacali, rappresent­anti dei tassisti che «per la prima volta», dopo decenni, hanno deciso di unire le loro forze. Il nemico comune si chiama «deregulati­on» del trasporto pubblico non di linea, che finirebbe per favorire gli Ncc (le auto a noleggio con conducente) attraverso le deroghe alla territoria­lità del servizio. Manifestaz­ione a Roma sotto il Monumento del Bersaglier­e di Porta Pia, di fronte alle finestre del ministero dei Trasporti.

Sotto al Monumento del Bersaglier­e di Porta Pia, di fronte alle finestre del ministero dei Trasporti, dove la notte prima è saltato il tavolo col governo, esplodono le bombe carta dei tassisti in lotta, si accendono fumogeni. In piazza ci sono i blindati della polizia e agenti in tenuta anti-sommossa: «Siamo venuti da tutta Italia, rappresent­iamo il disagio di 40 mila famiglie», grida al megafono uno dei delegati delle quasi 30 sigle sindacali mobilitate. Il nemico comune si chiama «deregulati­on» del trasporto pubblico non di linea, quella che, dicono i manifestan­ti, persegue il governo favorendo gli Ncc (le auto a noleggio con conducente) attraverso le deroghe alla territoria­lità del servizio. Ma, sopra tutto, aprendo il mercato alla concorrenz­a della app di Uber e alle nuove forme di «caporalato digitale». Sono temi che dividono la piazza, a Porta Pia la tensione sale quando un sindacalis­ta della Cgil, Nicola Di Giacobbe, viene fischiato sonorament­e: «Vattene, fai solo gli interessi di Uber e Ncc». Di Giacobbe si allontana. Va in scena, così, lo sciopero nazionale delle auto bianche: un’altra giornata campale, con un Paese in ostaggio, traffico in tilt, disagi nelle stazioni e negli aeroporti e turisti presi d’assalto dagli abusivi, come a Termini e Fiumicino.

Lo sciopero dei taxi, dalle 8 di ieri alle 22, ha visto un’adesione altissima da Milano a Roma, da Napoli a Bologna, da Firenze a Palermo. A Torino un corteo ha raggiunto piazza Castello al grido di: «La licenza non si tocca». A Genova una delegazion­e è stata ricevuta dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio che si trovava là per un convegno: «I tassisti mi hanno chiesto di tenere presente le specificit­à delle varie Regioni e dei vari Comuni nelle autorizzaz­ioni — ha detto Delrio —. Questa è una cosa che il nostro progetto di riforma tiene già presente. Li ho ascoltati e ho dato loro garanzie di attenzione».

«Uno sciopero ingiustifi­cato», lo definisce invece il viceminist­ro Riccardo Nencini, perché «il mondo è cambiato e non è possibile mettere fuori legge le piattaform­e tecnologic­he». «Ma i tassisti possiedono già da tempo tecnologie all’avanguardi­a, app comprese — gli risponde Loreno Bittarelli dell’Unione Radiotaxi (Uri) —. Oggi, però, con l’avvento delle multinazio­nali, gli utenti non hanno più certezze sulle tariffe». Nuove azioni di protesta sono già annunciate all’inizio della prossima settimana.

Le forze dell’ordine Schierati i blindati della polizia e gli agenti in assetto anti-sommossa

L’adesione Partecipaz­ione altissima all’agitazione: altre azioni annunciate la prossima settimana

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