«Difendono un monopolio ma il mercato è già cambiato»
«È come il crollo del regime comunista: piano piano si sta sgretolando il monopolio dei tassisti e per questo il loro è uno sciopero fuori tempo».
Franco Giani, 60 anni, fiorentino, è stato tassista per tanti anni. Poi è passato dall’altra parte della barricata e da 5 anni è un autista Ncc.
Perché sbagliano i tassisti a protestare? Lei da ex dovrebbe capirli...
«No invece. Noi Ncc siamo contrari allo sciopero perché dopo tanti incontri fatti con il governo siamo finalmente vicini alla meta e quel “regime” chiuso si dovrà aprire alla modernità».
Non temete anche voi le piattaforme, Uber, i numeri unici e soprattutto gli Ncc che arrivano da lontano?
«Io dico che c’è spazio per tutti e che queste sono tutte occasioni di lavoro e nuove opportunità di guadagno. Ma vanno regolate e gli incontri al ministero stavano andando in questa direzione».
Perché ha lasciato il taxi?
«Perché lavoravo molto di notte e non ne potevo più e poi allora non potevo permettermi una licenza. Quella da Ncc costa molto meno».
Si è pentito?
«Per niente. Il mercato è cambiato, oggi c’è una grande richiesta di un servizio personalizzato, soprattutto dagli stranieri che vogliono le limousine. È vero, lavoriamo molte ore, ma possiamo pianificare i nostri viaggi. Noi siamo piccoli imprenditori abituati a confrontarci con il libero mercato, quindi non ci spaventano le novità».
Che differenza c’è tra un Ncc e un taxi?
«È come quando si compra il biglietto del treno: si può scegliere la prima classe o la seconda...».
Io dico che c’è spazio per tutti e che queste sono tutte occasioni di lavoro e nuove opportunità di guadagno: noi siamo piccoli imprenditori e non ci spaventano certo le novità