L’ascesa dalle aziende allo staff di tre ministri
Se hanno ragione i magistrati milanesi, l’evoluzionismo della specie ha modificato anche i gruppi di pressione fisiologici in ogni democrazia: lobby (in questo caso fiscali) che non si limiterebbero più ad assediare o a lusingare dall’esterno il decisore politico, ma che come suo consulente gli avrebbero affiancato un proprio uomo, remunerato dal gruppo di pressione per monitorare in anticipo i progetti governativi e, laddove possibile, instillarvi idee e/0 norme di interesse per la propria clientela. Qui, stando alla contestazione dei pm che richiamano l’articolo 98 della Costituzione («I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione») l’uomo sarebbe una donna, Susanna Masi, super esperta di tasse. Solido passato nel dipartimento fiscale di Ernst & Young, la società italiana partner della rete internazionale di revisione contabile e consulenza legale tributaria che in 700 uffici di 150 Paesi dichiara di impiegare 247.000 persone per 31 miliardi di dollari di fatturato. E poi altrettanto già solido curriculum di consulente negli staff di tre ministri dell’Economia.
Comincia nel novembre 2012 (fino ad aprile 2013) nella segreteria tecnica del sottosegretario di Stato all’Economia nel governo Monti, Vieri Ceriani; l’1 agosto 2013 diventa consigliere in materia fiscale del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni (governo Letta), incarico identico a quello
Consigliera Prima con il sottosegretario Vieri Ceriani, poi coi ministri Saccomanni e Padoan
che ha poi con il ministro Padoan. In più, nel giugno 2015 è nominata una dei 5 consiglieri di amministrazione di Equitalia spa, e presiede il collegio sindacale di Invimit Sgr, la società (100% del ministero dell’Economia) di gestione del risparmio nei fondi immobiliari. Settore nel quale opera anche IDea Fimit (da poco divenuta DeA Capital Real Estate Sgr), società del gruppo privato De Agostini della quale Masi è pure presidente del collegio sindacale.