Renzi da Macron «contro i populisti» E a Mdp: non tratto sull’articolo 18
Il segretario: pronto a mediare, sarò il candidato premier del Pd non della coalizione
Reduce da un incontro con Macron («l’uomo più importante della Ue oggi che la Merkel si trova in un’impasse politica») in cui i due hanno deciso di giocare di sponda per «battere i populismi» e per riformare i vincoli europei, Matteo Renzi, va a Porta a Porta e delinea i confini della coalizione di centrosinistra che verrà.
Lo fa parlando dei contenuti: «Campo progressista chiede il taglio dei superticket, fossi da solo non lo farei, ma per l’intesa sono pronto a farmi carico delle richieste degli altri. Da Ap invece chiedono di rimettere il bonus bebè: sono d’accordo, è giusto».
Dunque la futura alleanza andrà da Alfano a Pisapia. E per facilitarne la nascita il segretario del Pd ribadisce di essere disposto a rinunciare al ruolo di candidato premier di tutto lo schieramento. «Lo sarò del Pd, poi il presidente del Consiglio lo sceglierà Mattarella sulla base del risultato delle elezioni». Dunque il leader promette «gestione collegiale e pari dignità».
Ma una coalizione del genere avrà maggiore «spinta propulsiva» se anche Giuliano Pisapia accetterà di candidarsi. In questo senso è forte il pressing, anche del Pd, nei confronti dell’ex sindaco di Milano. E dentro lo stesso Campo progressista sono dello stesso avviso. L’obiettivo è convincere Pisapia a ritornare sui suoi passi e a candidarsi.
Quindi Mdp non farà parte della compagnia? Renzi sembra scettico: «Non vedo segnali incoraggianti». Però non chiude. Anzi. «Sono il primo — spiega intervistato da Bruno Vespa — a voler aprire le porte a tutti, ma dobbiamo scrivere una pagina nuova, non riscrivere il passato. Perciò la mediazione sì, l’abiura no. Da qui al 3 dicembre (data dell’assemblea costituente di Mdp, Si e Possibile, ndr) teniamo la porta aperta, pronti a fare di tutto, ma siamo sicuri che dall’altra parte sia lo stesso?».
Niente abiure significa niente cedimenti sull’articolo 18. Il segretario del Pd lo dice chiaramente: «Se Mdp mi chiede di fare un tavolo per discutere di come far sì che si possa aumentare il numero dei lavoratori e far crescere i contratti a tempo indeterminato, io ci sto. Ma se mi viene chiesto di abiurare all’articolo 18, io non ci sto». Renzi è disposto a dialogare ma non a rinunciare alle cose fatte dal suo governo. Del resto, osserva, «alla sinistra del Pd ci sono 29 sigle, penso e spero che con alcune si possa fare un ragionamento serio». Con alcune. Non con tutte e a tutti i costi. Una stoccata, poi, a Susanna Camusso (i boatos del Transatlantico di Montecitorio la vogliono dimissionaria prima del tempo e candidata con gli scissionisti alle Politiche): «Lei rappresenta la Cgil, non Mdp, penso che sia ingiusto per la Cgil dire il contrario».
Con gli scissionisti perciò si continuerà a dialogare perché Renzi vuole «raccogliere i cocci se è possibile», ma nessuno nel Pd si fa troppe illusioni. Il pressing su Grasso prosegue e il presidente del Senato non ha sciolto tutti i suoi dubbi in realtà, soprattutto dopo che gli è stato fatto notare che candidandosi con Mdp nella prossima difficile legislatura non potrà essere «una riserva della Repubblica».
Per il resto Renzi pensa già alle elezioni. E a sorpresa dichiara: «Spero che alle prossime politiche Berlusconi sia in campo, che gli permettano di presentarsi perché mi piacerebbe chiedergli di candidarsi contro di me nel collegio di Milano 1». Già, perché il segretario del Pd si presenterà in un collegio e chiederà agli altri big del partito di fare altrettanto per portare voti: «Gentiloni, Minniti, Franceschini, Delrio, Orlando saranno tutti in campo nei collegi».
Renzi sogna la tenzone elettorale con Berlusconi, mentre non pare dare troppo peso all’altro competitore di queste politiche, Luigi Di Maio: «Contro di lui metteremo un giovane o una giovane, una ricercatrice, uno scienziato per spiegare che noi siamo contro le bufale delle scie chimiche e dei no-vax».
La sfida al leader di FI «Spero che Berlusconi sia in campo, mi piacerebbe sfidarlo nel collegio di Milano 1» Ci sarà una gestione collegiale con pari dignità Va scritta una pagina nuova Da qui al 3 dicembre porte aperte ma siamo sicuri che dall’altra parte sia lo stesso?