Corriere della Sera

Giada, il sogno della piccola étoile che balla grazie a una colletta

Vicenza, il papà aveva perso il lavoro. Per la 13enne aiuti da tutto il mondo

- di Giusi Fasano

Ci sono stati mesi in cui le scarpette da danza avevano puntali riparati da papà perché non c’erano soldi per comprarle nuove. Ci sono stati concorsi vinti e nessun festeggiam­ento perché festeggiar­e senza un centesimo in tasca e nemmeno una torta fa tristezza. E ci sono stati giorni di addio alla danza perché all’improvviso il costo della retta era diventato insostenib­ile.

«Ma adesso — racconta emozionato Enrico Gallio — ogni tanto mi dico che tutto il male che ho vissuto forse non è arrivato per caso. Forse è stato il destino che lo ha messo in conto perché Giada potesse arrivare dov’è arrivata».

Giada è la sua bambina danzante. Tredici anni e le scarpette da ballerina ai piedi da quando ne aveva 4 e mezzo. La storia di questa bimba è fatta di mille buoni sentimenti, di una famiglia da libro Cuore e di una volontà di ferro, la sua. Una favola che ha personaggi sconosciut­i, altri diventati «zii» senza esserlo di fatto e un’insegnante di danza che ha creduto in Giada ogni santo giorno da quando quella bimbetta di quattro anni e mezzo si presentò alla Free Armony, associazio­ne sportiva dilettanti­stica di Bolzano Vicentino.

«Vorremmo che provasse a fare danza» chiesero alla prof Enrico e Graziella, sua moglie. Non ci è voluto molto per capire che Giada aveva un talento straordina­rio, che poteva arrivare lontano. Ma un giorno, dopo un furto e con la crisi a complicare tutto, suo padre fu costretto a chiudere l’azienda che dava da vivere alla famiglia e all’improvviso la vita diventò un percorso a ostacoli.

Giada fu ritirata dalla scuola ma fu l’insegnante — Lisa Stragapede — a richiamarl­a e a pagare di tasca sua la retta. Finché un giorno di due anni fa, per caso, Lisa non raccontò a un’amica giornalist­a tutta la sua amarezza per quella bambina tanto brava che era diventato difficile sostenere econol’Europa. micamente. Il giorno dopo Vicenza Today pubblicò un appello per aiutare Giada.

Oggi, dopo più di due anni, la nostra danzatrice può contare su una ventina di benefattor­i — da Torino, Vicenza, Barletta, Milano, Roma, Austria, Cina, New York... — che le pagano i corsi di danza e gli ormai tanti spostament­i per Perché Giada è diventata una piccola étoile e ha già fatto due stage all’Opera di Parigi, uno al Royal Ballet di Londra (dove tornerà a gennaio), poi a Monaco di Baviera, a Montecarlo, Vienna e presto ne farà uno a Berlino, ha vinto premi e borse di studio in Italia e all’estero. Ha passato le audizioni nelle accademie di tredici città italiane ed europee che la vorrebbero nelle loro scuole.

I suoi venti «zii», come li chiama lei, la coccolano come se fosse un po’ anche figlia loro. Qualcuno le versa sempliceme­nte i soldi per aiutarla ma vuole rimanere anonimo, altri si preoccupan­o di accompagna­rla nelle trasferte, di comprarle il tutù nuovo, uno di loro è venuto da Lussemburg­o soltanto per conoscerla. Lisa, invece, è una seconda mamma. La allena 96 ore al mese, alcuni giorni fino a cinque ore di lezione fra danza, repertorio, ginnastica accademica...

Una fatica della quale Giada non si è mai lamentata. Suo padre racconta che «delle volte, quando torna stanchissi­ma e si mette a fare i compiti per ore, sono io che le dico: non fa nulla se ogni tanto prendi un voto basso, và a dormire adesso. Ma non l’ho mai vista spegnere la luce senza aver prima finito. Fin da piccola è sempre stata una bambina capace di puntare a un obiettivo e far di tutto pur di raggiunger­lo».

Il suo obiettivo più grande adesso è realizzare il sogno dei sogni, ballare nei grandi teatri del mondo. Con le scarpette nuove che ora può permetters­i, anche se le punte che ricorderà per sempre saranno quelle riparate da papà.

L’appello due anni fa A lanciarlo fu la sua insegnante. Oggi gira l’Europa vincendo premi e borse di studio

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 ??  ?? Alla sbarra Giada mentre si allena nella sua scuola di Bolzano Vicentino, l a Free Armony. Nella posizione «relevé» (nella foto in alto a sinistra), la «arabesque» (in alto a destra) e, qui a fianco, la «developpé alla seconda». La piccola étoile frequenta la scuola di danza per 96 ore al mese, alcuni giorni si allena fino a cinque ore. Nella foto a destra è con l’insegnante, Lisa Stragapede
Alla sbarra Giada mentre si allena nella sua scuola di Bolzano Vicentino, l a Free Armony. Nella posizione «relevé» (nella foto in alto a sinistra), la «arabesque» (in alto a destra) e, qui a fianco, la «developpé alla seconda». La piccola étoile frequenta la scuola di danza per 96 ore al mese, alcuni giorni si allena fino a cinque ore. Nella foto a destra è con l’insegnante, Lisa Stragapede

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