Dal Web all’economia, i mille volti dell’intelligenza
A Milano gli incontri organizzati da Mindshare. «Un tema fondamentale per l’industria dei media»
Ventiquattro relatori d’eccezione, ognuno con le propria visione del futuro del mondo, si sono confrontati ieri durante la seconda edizione italiana di Huddle sul tema delle intelligenze: da quella del denaro a quella emotiva passando al rapporto con il sentimento sino a cercare di capire se il mondo del calcio sia intelligente.
Un nuovo format che prevedeva più relazioni in contemporanea, in sale diverse, con ospiti come Luca Giuratrabocchetta, country manager Amazon Web Services Italia; Franco Baresi, ambasciatore del brand Milan; Urbano Cairo, presidente di Rcs Mediagroup; Beppe Severgnini, direttore di 7-Sette; Maurizio Molinari, direttore de La Stampa o Piero Chiambretti. «Huddle significa stare insieme — spiega Roberto Binaghi, ad di Mindshare — e abbiamo dato l’opportunità di discutere in modo concreto e informale di un tema importante per l’industria dei media». Si è parlato di Web. «Oggi 3,5 miliardi di persone — ha detto Fabio Vaccarono, numero uno di Google Italia — si connettono nel mondo alla Rete usando in media due dispositivi ma entro il 2020 diventeranno 6 miliardi e i dispositivi saliranno a 5. L’85% dei lavori avrà una componente digitale e i 3 pilastri saranno: tecnologia, connettività e persone». Ne gioverà il made in Italy. «Internet — ha concluso Vaccarono — sarà sempre di più determinante per il nostro l’export».
L’editore Urbano Cairo scommette sul futuro del web. «Oggi al Corriere si collegano 49 milioni di browser unici e 30 milioni alla Gazzetta dello Sport — argomenta — con una marginalità in crescita. Bisogna accelerare ma occorre fare anche giornali sempre più belli, sviluppando i verticali e l’area video. Intanto, la raccolta pubblicitaria di Rcs Italia, cresce pure a novembre».
Per Ceren Doganay Karaca, responsabile agenzie Emea di Facebook, nei prossimi 10 anni Menlo Park punterà su connettività, realtà virtuale e aumentata, intelligenza artificiale. «Quest’ultima permea già tutto ciò che facciamo: oltre 40 team e il 25% degli ingegneri la usano per i prodotti e servizi che costruiamo».