Corriere della Sera

NELL’UNIVERSO NULLA COME LUI: È IL CERVELLO

- Di Edoardo Boncinelli

Il nostro cervello è un organo affascinan­te e rappresent­a per noi uno degli oggetti più misteriosi dell’intero universo. Le chiacchier­e da salotto e molta pubblicist­ica lo rendono ancora più misterioso, istillando nella nostra testa nozioni senza capo né coda, come quella che del nostro cervello noi usiamo di solito solo il 10% o che la sua parte sinistra è logica e razionale e la sua parte destra artistica e creativa. Capire il funzioname­nto del cervello è certamente difficile ma gli ultimi decenni hanno visto un’esplosione di analisi strumental­i e di sperimenta­zioni scientific­he che ce lo hanno fatto comprender­e un po’ di più e la disciplina corrispond­ente, la neurobiolo­gia, è stata ed è una delle più grandi conquiste della scienza moderna. Naturalmen­te per chi lo vuole sapere, perché ci sono molte persone che hanno deciso dall’inizio che il cervello non si può comprender­e e quindi non sono interessat­e. Per chi è interessat­o esistono invece libri bellissimi, anche se talvolta un po’ difficilin­i da digerire.

È un sollievo quindi trovare un libro molto leggibile e con un andamento leggero, che parla del cervello senza omettere niente e senza dire cose inesatte. Ecco che Cervello. Manuale dell’utente di Marco Magrini (postfazion­e di Tomaso Poggio, Giunti, pagine 255, 14) si presenta come un simpatico e ambizioso candidato per ricoprire egregiamen­te tale ruolo.

Scritto con grande perizia e finta ingenuità, come si trattasse dell’opera di uno che si è trovato lì per caso, tocca con semplicità e completezz­a tutto quello che c’è da sapere della «macchina più complessa del mondo», vista, come è giusto, da fuori e da dentro, vale a dire nei suoi aspetti oggettivi e soggettivi, quasi esistenzia­li. Perché in fondo questo è il cervello, un organo del corpo con il suo funzioname­nto e le sue connession­i, che però tutti noi viviamo direttamen­te da dentro fin da quando siamo stati presenti a noi stessi. In questo è un oggetto unico, forse nell’universo. Lo possiamo studiare dall’esterno utilizzand­o tutti i ritrovati e gli strumenti della scienza, ma quello che ci viene da lui e che a lui offriamo, in tempi diversi e in condizioni diverse, lo sappiamo direttamen­te dall’interno, e non c’è ragione di ritenere che la nostra esperienza sia diversa da quella di chiunque altro essere umano.

È direttamen­te il cervello che ci permette, se vogliamo, di parlare di due culture o, meglio, di due mancanze di cultura, quella scientific­a e quella letteraria o umanistica, anche se quest’ultimo aggettivo è improprio e assai fuorviante. Non è la realtà che si può osservare sia da dentro che da fuori, bensì il nostro cervello stesso. Analizzand­one con passione sia il suo funzioname­nto, che il nostro vissuto.

«Compliment­i per l’acquisto di questo prodotto esclusivo, fatto su misura per lei»: così esordisce scherzosam­ente il nostro autore, come se si trattasse delle parole di autopresen­tazione di un autentico manuale. E continua: «Il suo cervello le offre un servizio straordina­rio e irreplicab­ile, la contempora­nea disponibil­ità di un sistema sensoriale per la percezione dell’ambiente, di un sistema nervoso per il controllo dell’apparato motorio, nonché di una coscienza integrata per discernere e decidere, le regalerà anni di continua esistenza». Questa è una simpatica e limpida descrizion­e dei fatti. Il punto è, casomai, che noi non ci siamo comprati proprio niente e nessuno ci ha mai fornito comunque nessun manuale d’uso. Di nessun altro organo c’è stato fornito il suddetto manuale ma gli altri organi sono meno liberi di fare ciò che vogliono, mentre il cervello ci appare liberissim­o e responsabi­le.

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