Addio al patriarca delle marionette
Eugenio Monti Colla inventò un mondo fiabesco con le sue 30.000 creature. Ultimo tour negli Usa
Se ne è andato il mago dei prodigi, un uomo che dava anima alle marionette: Eugenio Monti Colla, figlio di Carla Colla e del pittore Cesarino Monti, ci lascia senza indirizzo se non l’infinito della fantasia. Nato il 5 settembre del ‘39 a Milano, rappresentava l’ultimo ramo della gloriosa famiglia di marionettisti «Carlo Colla e figli».
I suoi 78 anni — è morto ieri mattina in un ospedale milanese, dopo un infarto —, Eugenio li trascorse senza diventare maggiorenne davvero, continuando, come da piccolo, a giocare con marionette, curandone fattura, incisioni, trucco, movenze, abiti, memoria storica di una bottega che continuerà a vivere. Un lavoro quasi monacale (si lavora 11 mesi l’anno) di precisione e psicologia, di eleganza e regìa, capaci di allestire Macbeth come I nani burloni ed Hensel e Gretel, a Natale al Piccolo.
Con leggerezza e ingenuità infantili lui aveva coinvolto tutti nel manovrare la vita coi fili, offrendo suggestioni varie, allestendo con i suoi 30.000 pezzi, ciascuno davvero Nella foto, la marionetta raffigurante il regista Giorgio Strehler. E’ l’ultima creazione di Eugenio Monti Colla, nato a Milano il 5 settembre 1939. Era discendente della dinastia di marionettisti della storica Compagnia Carlo Colla & Figli, una delle più famose al mondo unico, fiabe, commedie, tragedie, opere, balli tra cui l’Excelsior di Manzotti-Marenco resta un capolavoro. Spettacoli per bambini, quelli che a Milano ebbero il Gerolamo nel cuore, ma anche per adulti ammirati come Strehler, Ronconi, Poli, la Valeri.
Un grande artista che aveva fatto con le sue creature più volte il giro del mondo (era giusto tornato da New York con la richiesta di fare L’isola del tesoro), un lavoro di artigianale perfezione senza eguali: una poetica, non solo una maniacale ricostruzione. Capostipite della stirpe nata nel 1805 fu il Giuseppe, che girovagava con la maschera di Gerolamo. L’eredità fu divisa fra tre figli, e poi un intreccio di discendenze ancora in giro, nel 1861 si formano due gruppi: con Carlo, bisnonno, nasce la compagnia stabile al Gerolamo dal 1910 al ‘57. Nel ‘62 si riprende l’attività con Eugenio, studi classici ma una vita tra i bauli delle quinte, gli occhi mobili delle marionette e lo sguardo rivolto al ponte di manovra dove con incredibili mani si fa lo spettacolo.
Spinto dallo studioso Apollonio, apre le casse con cui riprenderà nel ‘68 alla Piccola Scala il ballo Excelsior continuando poi senza fine: collaborando con Ronconi (Viaggio a Reims) e Salvatores (La gazza ladra), ma proseguendo anche col Gatto degli stivali e Cenerentola. L’altro ramo fa storia a parte con Gianni e Cosetta: 157 anni fa ci fu rivalità, oggi soffiata via dal tempo, scelte diverse.
Colla diventa in città un’istituzione ma viva, curiosa, instancabile, non da museo: insegna a Brera, ai giovani, lavora Milanese Eugenio Monti Colla aveva 78 anni: da qualche giorno era in coma dopo essere stato colpito da un infarto con Orazio Costa su Eliot e Dante, con Crivelli e la Shammah, alleva i 14 magnifici marionettisti che oggi portano avanti il lavoro: Eugenio si era deciso a pensare al non molto amato Pinocchio. Era votato all’opera e a Mozart, registrò in tv le sue produzioni, oltre 80 tra nuove scritture e classici, viaggiò senza sosta, come un novello Arlecchino. Si occupò di rilevare le grazie della memoria con un posto di riguardo per la sua città che, da poco, gli aveva trovato una sede stabile all’ex Ansaldo.
Ma, come accadde con Strehler per la nuova sala, anche Eugenio se ne va un attimo prima del trasloco: infarto improvviso, da giovedì scorso sogna, non s’è risvegliato. Pochi giorni prima avevo avuto la fortuna di incontrarlo, parlargli, sorridere e ringraziarlo: per un documentario che si gira su Strehler ci aveva regalato una marionetta con le fattezze, le sembianze, il carattere del regista: è il suo ultimo, straordinario, manuale pezzo di bravura.