Il contropiede federale prove di accordo contro il commissario
Oggi la Giunta Coni rinvierà l’intervento immediato
Un conto è la volontà politica. Un altro l’aspetto giuridico. Giovanni Malagò vuole ancora commissariare la Figc, ma ha capito che, almeno per il momento, non si può fare. Oggi alle 16.30, durante la Giunta Coni straordinaria, organizzata proprio con l’intenzione di mettere sotto tutela il calcio, gli avvocati spiegheranno al capo dello sport italiano e ai membri della Giunta stessa che non ci sono le condizioni. Sarebbe un’invasione di campo. Malagò non ha cambiato idea e non ha affatto rinunciato al progetto, ma non intende fare passi affrettati e rischiare un lungo contenzioso con la Federazione. Ha capito che i consiglieri di via Allegri, decaduti dopo le dimissioni di Carlo Tavecchio ma non dimessi, potrebbero rivolgersi al Tar. E non è il momento di avviare una lunga battaglia in un’aula polverosa di qualche tribunale.
Però sempre oggi, davanti alla Giunta, Malagò ribadirà il concetto: la Figc ha bisogno di essere commissariata e individuerà un percorso per arrivarci. La fretta, in certi momenti, è cattiva consigliera. Il Coni ha deciso di aspettare, convinto che Tavecchio inciamperà ancora. Inoltre, non ha fretta dato che non ha ancora individuato il nome dell’eventuale commissario, dal momento che Malagò ha fatto un passo indietro. Si ragiona su un giurista inattaccabile con l’aiuto di Billy Costacurta.
La partita è appena cominciata. E ne vedremo delle belle. Tutto, adesso, ruota intorno alla Lega di serie A. L’11 dicembre scade il mandato di Tavecchio come commissario e non è prevista una proroga. Se entro quel giorno la Confindustria del pallone non avrà una guida e non avrà proceduto alle elezioni delle cariche, il Coni ripartirà all’attacco. Quella è la data cruciale. Tavecchio lo sa e, come prima risposta, ha modificato l’ordine del giorno dell’assemblea dei presidenti in programma lunedì nel cuore di Milano, aggiungendo un altro punto fondamentale: le nomine, tra cui l’elezione del presidente (una partita tra Raffaele Squitieri e forse Gabriele Gravina che dovrebbe dimettersi dalla Lega Pro). Succederà? Non sarà né semplice, né probabile, considerando che in quell’occasione si dovrà parlare soprattutto del bando dei diritti tv per il prossimo triennio e in ballo c’è un miliardo di euro. Però è un ulteriore segnale che Tavecchio vuole tenere Malagò e il Coni fuori dal Palazzo di via Allegri.
È difficile immaginare come finirà questo lungo braccio di ferro. È chiaro invece cosa stia accadendo. La tensione resta altissima. Lo scontro incandescente. Tavecchio, in carica per l’ordinaria amministrazione, ieri ha lavorato tutto il giorno nel suo ufficio al quinto piano di via Allegri parlando con alcuni presidenti delle Componenti per ragionare sulla data dell’assemblea elettiva. Probabilmente si voterà il 22 gennaio. Un lunedì: 63 giorni dopo le dimissioni dell’uomo di Ponte Lambro,
Partita a scacchi La Figc non cede, ora tutto ruota attorno alla nomina del presidente della Lega di serie A
Per il successore di Tavecchio si potrebbe votare il 22 gennaio; c’è un’alleanza forte
che sembravano anticipare una rivoluzione epocale. Il Palazzo federale vuole bruciare i tempi per mettere fuorigioco Malagò. E su questo punto il calcio litigioso improvvisamente si scopre compatto. Neppure Cosimo Sibilia, presidente In carica Giovanni Malagò, 58 anni, è presidente del Coni: cerca una soluzione alla crisi Figc (Imago) della Lega Dilettanti, molto amico di Malagò, vedrebbe di buon occhio il commissariamento. La sua idea è quella di affrontare il futuro puntando sulle larghe intese. Magari con un candidato unico. Nei prossimi giorni sentirà Tommasi, riferimento dei calciatori, per capire se le loro idee collimano. C’è la volontà di trovare l’accordo anche con le altre anime del Consiglio.
Un’alleanza tra Dilettanti, Calciatori e Lega Pro potrebbe governare con una maggioranza vicina al 70%. Ma le forze in campo in un momento così, in cui l’obiettivo è chiudere fuori dalla porta il Coni, hanno capito che non si può fare a meno della Lega di serie A, linfa dell’intero movimento. Ci sarà tempo per parlarne. Non troppo. Il calcio va di fretta. Il Coni aspetta e studia il colpo: l’11 dicembre è una specie di ultimatum. Ma ci sono altre date rilevanti: domani dovrà essere eletto il presidente della Lega B (Balata), tra una settimana a Bari una nuova Giunta Coni potrebbe tagliare ulteriormente i fondi al calcio e l’ultimo giorno di novembre anche la Lega Pro potrebbe rimanere senza presidente. Tutto a posto, niente in ordine.