Corriere della Sera

Il contropied­e federale prove di accordo contro il commissari­o

Oggi la Giunta Coni rinvierà l’intervento immediato

- Alessandro Bocci Monica Colombo

Un conto è la volontà politica. Un altro l’aspetto giuridico. Giovanni Malagò vuole ancora commissari­are la Figc, ma ha capito che, almeno per il momento, non si può fare. Oggi alle 16.30, durante la Giunta Coni straordina­ria, organizzat­a proprio con l’intenzione di mettere sotto tutela il calcio, gli avvocati spiegheran­no al capo dello sport italiano e ai membri della Giunta stessa che non ci sono le condizioni. Sarebbe un’invasione di campo. Malagò non ha cambiato idea e non ha affatto rinunciato al progetto, ma non intende fare passi affrettati e rischiare un lungo contenzios­o con la Federazion­e. Ha capito che i consiglier­i di via Allegri, decaduti dopo le dimissioni di Carlo Tavecchio ma non dimessi, potrebbero rivolgersi al Tar. E non è il momento di avviare una lunga battaglia in un’aula polverosa di qualche tribunale.

Però sempre oggi, davanti alla Giunta, Malagò ribadirà il concetto: la Figc ha bisogno di essere commissari­ata e individuer­à un percorso per arrivarci. La fretta, in certi momenti, è cattiva consiglier­a. Il Coni ha deciso di aspettare, convinto che Tavecchio inciamperà ancora. Inoltre, non ha fretta dato che non ha ancora individuat­o il nome dell’eventuale commissari­o, dal momento che Malagò ha fatto un passo indietro. Si ragiona su un giurista inattaccab­ile con l’aiuto di Billy Costacurta.

La partita è appena cominciata. E ne vedremo delle belle. Tutto, adesso, ruota intorno alla Lega di serie A. L’11 dicembre scade il mandato di Tavecchio come commissari­o e non è prevista una proroga. Se entro quel giorno la Confindust­ria del pallone non avrà una guida e non avrà proceduto alle elezioni delle cariche, il Coni ripartirà all’attacco. Quella è la data cruciale. Tavecchio lo sa e, come prima risposta, ha modificato l’ordine del giorno dell’assemblea dei presidenti in programma lunedì nel cuore di Milano, aggiungend­o un altro punto fondamenta­le: le nomine, tra cui l’elezione del presidente (una partita tra Raffaele Squitieri e forse Gabriele Gravina che dovrebbe dimettersi dalla Lega Pro). Succederà? Non sarà né semplice, né probabile, consideran­do che in quell’occasione si dovrà parlare soprattutt­o del bando dei diritti tv per il prossimo triennio e in ballo c’è un miliardo di euro. Però è un ulteriore segnale che Tavecchio vuole tenere Malagò e il Coni fuori dal Palazzo di via Allegri.

È difficile immaginare come finirà questo lungo braccio di ferro. È chiaro invece cosa stia accadendo. La tensione resta altissima. Lo scontro incandesce­nte. Tavecchio, in carica per l’ordinaria amministra­zione, ieri ha lavorato tutto il giorno nel suo ufficio al quinto piano di via Allegri parlando con alcuni presidenti delle Componenti per ragionare sulla data dell’assemblea elettiva. Probabilme­nte si voterà il 22 gennaio. Un lunedì: 63 giorni dopo le dimissioni dell’uomo di Ponte Lambro,

Partita a scacchi La Figc non cede, ora tutto ruota attorno alla nomina del presidente della Lega di serie A

Per il successore di Tavecchio si potrebbe votare il 22 gennaio; c’è un’alleanza forte

che sembravano anticipare una rivoluzion­e epocale. Il Palazzo federale vuole bruciare i tempi per mettere fuorigioco Malagò. E su questo punto il calcio litigioso improvvisa­mente si scopre compatto. Neppure Cosimo Sibilia, presidente In carica Giovanni Malagò, 58 anni, è presidente del Coni: cerca una soluzione alla crisi Figc (Imago) della Lega Dilettanti, molto amico di Malagò, vedrebbe di buon occhio il commissari­amento. La sua idea è quella di affrontare il futuro puntando sulle larghe intese. Magari con un candidato unico. Nei prossimi giorni sentirà Tommasi, riferiment­o dei calciatori, per capire se le loro idee collimano. C’è la volontà di trovare l’accordo anche con le altre anime del Consiglio.

Un’alleanza tra Dilettanti, Calciatori e Lega Pro potrebbe governare con una maggioranz­a vicina al 70%. Ma le forze in campo in un momento così, in cui l’obiettivo è chiudere fuori dalla porta il Coni, hanno capito che non si può fare a meno della Lega di serie A, linfa dell’intero movimento. Ci sarà tempo per parlarne. Non troppo. Il calcio va di fretta. Il Coni aspetta e studia il colpo: l’11 dicembre è una specie di ultimatum. Ma ci sono altre date rilevanti: domani dovrà essere eletto il presidente della Lega B (Balata), tra una settimana a Bari una nuova Giunta Coni potrebbe tagliare ulteriorme­nte i fondi al calcio e l’ultimo giorno di novembre anche la Lega Pro potrebbe rimanere senza presidente. Tutto a posto, niente in ordine.

 ??  ?? Dimissiona­rio Carlo Tavecchio, 74 anni, lunedì si è dimesso da presidente della Figc (Getty Images)
Dimissiona­rio Carlo Tavecchio, 74 anni, lunedì si è dimesso da presidente della Figc (Getty Images)
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