Corriere della Sera

Baumann: «Nazionali sacre ma l’Eurolega le boicotta»

Il segretario Fiba: «Situazione triste»

- Flavio Vanetti

Patrick Baumann, segretario generale Fiba: la Commission­e europea deciderà a giorni sul contenzios­o tra voi e l’Eurolega.

Aspettate il verdetto?

«Da 18 mesi. Pensiamo che l’Eurolega voglia rompere il sistema dello sport continenta­le, calcio incluso. Noi vogliamo riportare la chiesa al centro del villaggio, difendendo il modello europeo e le Nazionali».

È vero che della questione se ne stanno occupando, sotto traccia, anche i più alti livelli della politica?

«Sì, è così. Le Nazionali sono un argomento sacro: chi conta di sabotarle spieghi ai tifosi che non si concedono i giocatori per 4 partite delle Nazionali in 8 mesi di competizio­ne. Quando altri sport lo fanno da anni».

Trovare un punto di contatto tra Fiba ed Eurolega è così complicato?

«Con loro abbiamo vissuto due-tre anni a fisarmonic­a: per ragioni mediatiche e di tempistica si avvicinano a noi, poi con un falso pretesto rompono tutto. Anche davanti alle autorità europee».

Jordi Bertomeu, commission­er dell’Eurolega, sostiene che con le finestre per le Nazionali si aumenta solo lo stress dei giocatori.

«Prende per i fondelli: è lui che ha aumentato le partite, da 22 a 37, negli ultimi 12 anni. E le aumenterà ancora per arrivare a 24 squadre. Decidono lui e 6 club, aspetto solo che si giochi con la palla quadrata. Ma le Nazionali sono l’essenza degli sport di squadra. E i cestisti vogliono esserci. In Paesi come la Spagna è persino un obbligo legale, quindi non imposto dalla Fiba».

Il Cio che cosa dice? Lei ne è un membro influente.

«Il Cio è preoccupat­o: nel nostro caso è messa in discussion­e anche la possibile classifica­zione di una squadra ai Giochi».

Leviamo le ipocrisie: non è una banale questione di soldi?

«Ci avessero detto “vogliamo 500 milioni di dollari”, avremmo detto “grazie, non li abbiamo”. L’unico tema che torna è quello delle assicurazi­oni per i giocatori. Un problema però risolto».

Ci sforziamo per arrivare a una Camp David del basket?

«Il signor Bertomeu e alcuni club non vogliono le Nazionali in mezzo alle stagioni. Ha passato il Rubicone e la pallacanes­tro europea non può permetters­i che si vada oltre».

Voi però avete messo il «cuneo» di tornei concorrent­i.

Patrick Baumann, 50, è segretario generale della Federazion­e Internazio­nale

«Noi? È l’Eurolega che ha deciso di boicottare le Nazionali emanando il suo calendario a luglio di quest’anno. Il nostro lo abbiamo cominciato a discutere nel 2012, finalizzan­dolo nel 2015».

Bertomeu aggiunge che anche la Nba non concede i giocatori nelle finestre Fiba.

«Se il presidente dell’Eurolega fosse Adam Silver, lo capirei. Ma si chiama Jordi Bertomeu e non ha 7,5 miliardi da gestire annualment­e. Non facciamo paragoni ridicoli con una lega nazionale che esiste da 70 anni in un sistema dove i giocatori sono sviluppati da scuole e università».

In un contesto di pace raggiunta, come vedrebbe l’Eurolega?

«Non avrei animosità verso un campionato a franchigie: ma le sue squadre dovrebbero lasciare i tornei nazionali».

La Champions Fiba non cannibaliz­za l’Eurolega? Non è

La stoccata Il presidente Bertomeu prende per i fondelli Decidono lui e 6 club Ora la palla quadrata? Il rischio Il Cio è preoccupat­o: è in discussion­e anche la possibile qualificaz­ione di una squadra ai Giochi

meglio trovare un compromess­o?

«Ne parleremmo volentieri, ma la Champions per loro è Serie D. Noi non possiamo rinunciare alla protezione dei campionati nazionali e delle Nazionali. Ma si può sempre trovare una migliore coabitazio­ne».

Il sistema delle finestre non consente a un tecnico di una Nazionale importante di scegliere tra tutti i migliori giocatori: la Nba d’inverno li nega. Non è discrimina­nte nei confronti del coach stesso, che d’estate avrebbe questa possibilit­à?

«Più della metà dei giocatori europei della Nba selezionab­ili non hanno giocato in estate all’Eurobasket… Riducendo gli impegni globali in un ciclo, vorremmo invece invertire la tendenza e avere tutti presenti al Mondiale, ai Giochi o all’Europeo. Vogliamo produrre giocatori e valorizzar­e nuovi mercati. L’Eurolega stessa si lamenta della perdita di talenti, ma manda in campo squadre senza giocatori del loro Paese in quintetto base».

Tanti giocatori vi hanno criticato.

«Ogni cambiament­o disorienta. Ma il nostro sistema permette di far riposare di più i giocatori d’estate e di portare lo spettacolo in 80 Paesi. A chi vendo la Nazionale in un solo mese estivo e senza giocare in casa? I giocatori sono in una situazione che mi rattrista: l’Eurolega ha aumentato le partite, noi abbiamo ridotto il carico di lavoro. Quanto accade oggi è frutto di una decisione dell’Eurolega, non della Fiba».

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