«L’Italia non annacqui le misure della manovra»
Bruxelles: non si deve arretrare sulle pensioni
L’Italia rimandata a primavera. La Commissione europea ha rinviato la valutazione del bilancio per l’anno prossimo. Ma ha ribadito — con una lettera — le preoccupazioni per la mancata riduzione del debito e ha esortato a «non annacquare le misure di risanamento economico» a cominciare dalle pensioni. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan però ha escluso una manovra correttiva.
DAL NOSTRO INVIATO
La Commissione europea ha rinviato in primavera la valutazione del bilancio per il 2018 dell’Italia, principalmente per non essere accusata di interferenze in grado di favorire i partiti populisti ed euroscettici nelle elezioni in arrivo. Ha comunque ribadito — anche in una lettera al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan — le difficoltà dei conti pubblici e dell’economia italiana in genere, evidenziando soprattutto la «preoccupazione» per la mancata riduzione dell’alto debito pubblico e dubbi sul deficit strutturale. Padoan ha fatto sapere di non ritenere necessaria una manovra correttiva e ha replicato che la Commissione Europea ha sottolineato anche «i grandi sforzi e i risultati ottenuti dal Paese e dagli ultimi due governi in termini di riforme strutturali, che stanno aiutando la crescita di lungo periodo».
Secondo le stime Ue, Padoan non ha rispettato gli impegni di contenimento del debito. Dopo ulteriori (leggeri) aumenti nel 2016 e nel 2017, dovrebbe scendere solo intorno al 130% del Pil nel 2018-19. Il vicepresidente lettone della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario francese Pierre Moscovici, in una conferenza stampa a Bruxelles, hanno indicato incertezze nella strategia italiana (basata sul livello sostenuto della crescita, forti entrate da privatizzazioni, clausole di salvaguardia per il 2019-2020). Hanno anticipato che in primavera il prossimo governo sarà sottoposto a una verifica sul rispetto del «criterio del debito». Hanno esortato Roma a rispettare nel 2018 la correzione del deficit strutturale dello 0,3% del Pil, che sembra limitata a 0,1% (con scostamento di circa 3,4 miliardi). Temono una «deviazione significativa» anche nel 2017. Pertanto hanno chiesto «ulteriori chiarimenti» sul conseguimento degli obiettivi e hanno ammonito il governo italiano a evitare «una retromarcia su importanti riforme strutturali di bilancio, specificamente sulle pensioni, che garantiscono la sostenibilità a lungo termine del debito». Anche perché la ripresa appare «fragile», la disoccupazione è alta e il sistema bancario resta «vulnerabile».
Al ministero dell’Economia
I dubbi La preoccupazione della Ue sulla riduzione del debito e i dubbi sul deficit
hanno manifestato fiducia nel «dialogo costruttivo» con Bruxelles. Moscovici, che ha sostenuto le ripetute richieste di flessibilità di Padoan, si è detto ottimista sui «buchi che devono essere coperti». Dombrovskis, esponente della componente «rigorista», è apparso più dubbioso quando invitava a un bilancio 2018 «senza annacquamenti».