Ferito e sconvolto il disertore del Nord I sudcoreani lo tranquillizzano con la tv
Il risveglio in ospedale: non credeva di essere oltre confine. Gli Usa: violato l’armistizio
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Le telecamere delle Nazioni Unite riprendevano la scena. Dal settore Sud di Panmunjom registravano ogni dettaglio, mentre nel pomeriggio di lunedì 13 novembre un soldato nordcoreano cercava di fuggire.
I sette minuti del video diffuso ieri dal comando americano in Corea sembrano un film della Guerra Fredda. Si vede un fuoristrada nordcoreano procedere con i fari accesi lungo la strada che costeggia la Zona demilitarizzata a cavallo del 38° parallelo; supera un posto di blocco nordista, poi il celebre Ponte del Non Ritorno, comincia l’inseguimento; l’auto finisce in una cunetta e si blocca, il disertore scende e cerca di farla ripartire, gli inseguitori arrivano e cominciano a sparare; una quarantina di colpi; il fuggiasco corre su per una scarpata, braccato mentre cerca di raggiungere la libertà, centrato dal fuoco dei mitra dei camerati nordisti, CINA
COREA DEL NORD Pyongyang
Seul COREA DEL SUD
Panmunjom
Security Area (JSA)
● Il soldato scappato il 13 novembre è soltanto il terzo caso dal 1953, anno dell’armistizio che pose fine alla guerra iniziata tre anni prima poi immobile, ferito sotto un muretto nel settore Sud e infine recuperato e trascinato via dai sudcoreani.
Dal 1953 è solo il terzo caso di fuga di un militare nordcoreano a Panmunjom, il villaggio simbolo della tregua sul 38° Parallelo che ha fermato la guerra di Corea (1950-1953). Il comando americano ieri ha accusato la Nord Corea di aver violato i termini dell’armistizio: sparando attraverso la linea di demarcazione quando il soldato inseguito era già nella zona Sud e sconfinando brevemente.
Ma quel che importa di più è che il fuggiasco è sopravvissuto ai cinque proiettili conficcati nelle braccia, in una spalla e nell’addome. Vivo e ancora sconvolto.
Lo ha salvato la rapidità del trasporto in un ospedale sudcoreano, a bordo di un elicottero Black Hawk. «Era quasi morto dissanguato quando è arrivato», ha raccontato il dottor Lee, uno dei medici. Lo hanno operato due volte, prima per estrarre i proiettili. E hanno trovato nel suo intestino perforato un groviglio di parassiti, vermi lunghi fino a Le immagini Sul sito corriere.it il video della fuga diffuso due giorni fa dalle Nazioni Unite, che hanno registrato tutti i momenti da diversi punti di vista con le telecamere di controllo 27 centimetri: sarebbe colpa del cibo contaminato delle razioni nordcoreane. L’agricoltura di Pyongyang, stretta dalle sanzioni, non dispone di fertilizzanti chimici e come concime si usano escrementi, anche umani. L’intelligence di Seul sostiene che in passato ai soldati nordcoreani fu ordinato di «fornire due chili di feci al giorno» per lo scopo.
Il ragazzo si è risvegliato ed è cosciente. Sopravviverà, ma è sotto choc. Sindrome da stress post traumatico, dicono. E anche tanta paura. Quando ha ripreso i sensi temeva di essere stato catturato dai compagni nordcoreani. Non riusciva a credere di avercela fatta, di essere in una camera d’ospedale in Sud Corea, malconcio ma libero. Per convincerlo hanno dovuto accendere il televisore nella stanza, facendo zapping tra i tg che raccontavano la sua avventura e le soap opera prodotte a Seul. A Pyongyang c’è solo un canale tv, inconfondibile. Poi gli hanno fatto sentire il Kpop, la musica sudcoreana resa celebre dai tormentoni di Psy. E anche film d’azione americani. Per tranquillizzarlo, i sudcoreani sostengono di avergli appeso una bandiera della Repubblica di Corea, quella del Sud, davanti al letto (ma in questo può esserci anche la mano della propaganda).
Del soldato si sa solo che ha 24 anni, sarebbe un sergente di nome Oh e, per come sono andate le cose, ha avuto una maledetta fortuna ad essere vivo.