Corriere della Sera

La Consulta boccia il Veneto «Sì all’obbligo di vaccinazio­ne»

Respinto il ricorso. Lorenzin e Fedeli soddisfatt­e: «Si protegge la salute dei bambini»

- Margherita De Bac

ROMA L’ultimo ostacolo è caduto ieri mattina. La Corte costituzio­nale ha dichiarato legittimo il decreto che ha introdotto l’obbligo di 10 vaccinazio­ni per gli alunni di 0-16 anni, con qualche distinzion­e tra scuola dell’infanzia (senza certificat­i non si entra) e il blocco di elementari-mediebienn­io liceo (frequentan­o anche se non in regola). Respinto il ricorso della Regione Veneto che ha tentato di difendere con coerenza la politica di persuasion­e dei genitori portata avanti da dieci anni a questa parte.

Atteggiame­nto ben diverso da quello dei no vax, che arrivano a negare l’utilità di uno strumento di prevenzion­e fondamenta­le. E infatti i giudici lo hanno riconosciu­to, chiarendo che le questioni con cui la regione governata da Luca Zaia ha sostenuto la sua azione non mettevano in discussion­e l’efficacia dei vaccini ma solo il fatto che fossero imposti.

Le misure del governo, argomenta la Corte, rappresent­ano una scelta del legislator­e nazionale. Scelta che non è irragionev­ole in quanto volta a tutelare la salute individual­e e collettiva, fondata sul dovere di solidariet­à nell’evitare e limitare la diffusione di alcune malattie infettive. La Consulta ha inoltre rilevato che i 10 vaccini obbligator­i sono già previsti e raccomanda­ti dai piani regionali e che il nuovo sistema è opportuno «alla luce del contesto attuale caratteriz­zato da un progressiv­o calo delle coperture».

Nel corso dell’iter parlamenta­re per trasformar­lo in legge, si fa notare, il decreto voluto dalle ministre della Salute Beatrice Lorenzin e dell’Istruzione Valeria Fedeli ha poi perso gli aspetti più critici: ammorbidit­e le sanzioni previste per i genitori «obiettori», da 100 a 500 euro. E, come scrivono i giudici, «la mancata vaccinazio­ne non comporta l’esclusione dalla scuola dell’obbligo dei ragazzi, che saranno inseriti in classi di alunni vaccinati».

I dati sull’effetto delle nuove regole sperimenta­te per la prima volta nel corrente anno scolastico sono frammentar­i e non ancora elaborati. In generale però i servizi vaccinali italiani hanno registrato un aumento sensibile di richieste. I livelli di copertura sono risaliti e magari in una fase successiva, in base alla situazione epidemiolo­gica, si potrà valutare se abbassare il numero delle punture. La maggior parte dei bambini non erano completame­nte sguarniti di immunizzaz­ione, dovevano mettersi in linea con il calendario. Non si ha notizia di clamorosi casi di esclusione dalla scuola. In questa fase sperimenta­le gli istituti hanno preferito adoperare la linea morbida. Dal 2018-19 il sistema sarà più fluido, l’invio dei certificat­i sarà impegno delle Asl.

Soddisfazi­one di Lorenzin e Fedeli: «Il decreto protegge la salute dei bambini». Zaia resta sulla la sua linea: «È la fine di un modello basato sul dialogo e libertà di scelta, si passa alla coercizion­e. Rispettere­mo la sentenza». Plaudono regioni come l’Emilia Romagna che aveva ripristina­to l’obbligo alle materne prima della legge nazionale. I Pd danno addosso al governator­e leghista. «Sulla salute dei bimbi non si scherza», commenta il segretario Renzi. E il responsabi­le sanità Federico Gelli: «Campagna irresponsa­bile».

Salute collettiva La Corte: «La scelta del governo è ragionevol­e: tutela la salute individual­e e collettiva» È la fine di un modello basato sul dialogo e libertà di scelta, si passa alla coercizion­e. Rispettere­mo la sentenza Luca Zaia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy