Sappada è Friuli Eppure Zaia non esce sconfitto
Aprima vista le due notizie di ieri che hanno quasi in simultanea riguardato il Veneto — la sentenza della Consulta sull’obbligo di vaccinazione e il via libera della Camera al passaggio del comune di Sappada al Friuli Venezia Giulia — potrebbero essere archiviate nel gergo calcistico come un sonoro 0-2 ai danni del governatore Luca Zaia. Ma non è così: quantomeno si tratta di un pareggio e i due goal non pesano comunque allo stesso modo. Sui vaccini Zaia ha obiettivamente preso un abbaglio, si è fidato dell’orientamento no vax delle persone che gli sono più vicine e si è infilato in una battaglia che già dall’inizio aveva poche possibilità di successo. E il pronunciamento della Consulta, in fondo, lo libera da un posizionamento che ormai sapeva solo di zavorra. Molto più importante per la strategia del governatore è invece il caso Sappada. Montecitorio ieri ha votato il trasloco amministrativo della cittadina del bellunese creando però un precedente che potrà essere invocato da altri Comuni, soprattutto da quelli a vocazione turistica che ambiscono a giovarsi della generosa legislazione di sostegno varata dalla regione Friuli Venezia Giulia. Zaia ha quindi buon gioco a fare del caso Sappada uno «scandalo» e a riproporre nel contenzioso con il governo — senza risparmiare sui decibel, come da tradizione — la sua visione dura-e-pura dell’autonomia veneta presentata come progetto più razionale rispetto all’esodo opportunistico dei singoli Comuni. Che poi — va detto senza fronzoli — sognano il Friuli VG non certo in nome della responsabilità gestionale o delle tradizioni culturali bensì della prosaica spesa pubblica e dell’assistenzialismo. Così mentre i flussi dell’economia reale ci suggeriscono che tutto il Nord è una regione unica attraversata dalla A4 e in fiera competizione con le altre aree forti del Continente, gli enti locali del Nordest giocano come dei Peter Pan della politica al piccolo risiko dei campanili. Per questo motivo suonano del tutto incomprensibili le dichiarazioni di Debora Serracchiani che ha definito lo shopping amministrativo di Sappada come «una delle gratificazioni profonde di questa mia legislatura» da governatore del Fvg (quindi non ce ne devono essere state molte, ndr) e addirittura ha parlato dei cittadini di Sappada come «di gente tornata dopo essere rimasta a lungo staccata dal suo ceppo». Complimenti, un protoleghista non avrebbe trovato parole migliori.