La strategia di Kyoto dagli esiti modesti
La prima convention delle Nazioni Unite sul clima è del Il Protocollo di Kyoto è del Da allora si è parlato moltissimo di surriscaldamento del pianeta, di limitare le emissioni a effetto serra, della necessità di sviluppare rapidamente le energie rinnovabili (vento, sole, biomasse). Per cercare di capire che risultati si sono raggiunti finora, vale la pena guardare alcuni indicatori: la verifica delle politiche è qualcosa che si fa poco ma è fondamentale. Per avere una prospettiva storica: fino a circa il praticamente le uniche fonti di energia erano il legno e altre materie organiche (biocombustibili tradizionali), più un po’ di carbone in Gran Bretagna; verso la fine dell’Ottocento, il petrolio, il gas naturale e le centrali idriche si fanno spazio e, soprattutto, si impone il carbone. Nel la situazione è questa: carbone biocombustibili tradizionali petrolio naturale energia idrica (nucleare e rinnovabili insignificanti). Nel
anni dopo la prima convention dell’Onu sul clima, la situazione è questa: greggio carbone gas naturale biocombustibili tradizionali energia idroelettrica nucleare vento solare altre rinnovabili (biomasse) I dati sono organizzati da Our World in Data, lo strumento sviluppato dall’Università di Oxford. Si riferiscono al consumo globale di energia primaria, cioè al consumo totale di energia meno quella stoccata: di solito quest’ultima varia poco e dunque si tende a considerare il consumo di energia primaria come il consumo globale; alcuni movimenti ambientalisti, però, ritengono che il metodo sottovaluti solare ed energia idroelettrica. Fatto sta che dagli anni Novanta la produzione da fonti alternative di energia non ha avuto un boom, a differenza dell’impressione che spesso si ha e nonostante i notevoli sussidi che ha avuto. Da questo punto di vista, la strategia di Kyoto, di fatto ribadita dall’Accordo di Parigi del ha ottenuto risultati modesti. Il fatto è che nel mondo di persone (dato Banca mondiale, non hanno accesso all’elettricità, con casi drammatici in Africa dove in parecchi Paesi l’elettricità arriva al massimo al degli abitanti. I numeri raccontano che forse è il caso di fare qualcosa di diverso se si vuole che le fonti rinnovabili di energia facciano davvero una differenza.
2,65%, 0,22%, 1950, 45,05%, 26,81%, 7,48%, 33,91%, 24,59%, 7,26%, 1,73%, 2015, 1992. 1997. 1850, 19,46%, 1,19% 28,64%,
0,63%, 0,37%. 1,07 miliardi 2014)
20%
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