Corriere della Sera

Il fronte dei supermerca­ti per difendersi dai big della rete

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(ri.que.) La grande distribuzi­one (pardon, la Dmo, distribuzi­one moderna organizzat­a, acronimo preferito dalle grandi insegne di super e iper) compatta i ranghi in vista delle elezioni. Ieri i vertici di Federdistr­ibuzione (in rappresent­anza dei grandi gruppi da Esselunga a Carrefour) insieme con Ancc-Coop (l’associazio­ne delle cooperativ­e di consumator­i) e Ancd-Conad (le cooperativ­e dei dettaglian­ti) hanno presentato una paginetta di istanze ai partiti e al governo che verrà. È la prima volta che tre mondi tra loro concorrent­i si mettono insieme per dire qualcosa alla politica, sotto il cappello di Adm, associazio­ne distribuzi­one moderna presieduta da Giorgio Santambrog­io di VéGé retail (foto). Cosa? Basta con i privilegi per Amazon & C., il mondo delle vendite online. La grande distribuzi­one si sente «discrimina­ta» su tre fronti. Il primo è quello fiscale: «Vogliamo lo stesso regime applicato a chi fa commercio online», dice Francesco Pugliese, ceo di Conad. Poi c’è la questione orari di apertura e sconti: «Non si capisce perché noi dobbiamo sottostare a regole sui saldi quando c’è chi può tagliare i prezzi quando vuole», va al punto Giovanni Cobolli Gigli, a capo di Federdistr­ibuzione. Poi c’è il tema dell’illegalità come concorrenz­a sleale: «Al Sud troppo spesso non si pagano tasse e dipendenti», dice Albino Russo, direttore generale di Ancc-Coop. Morale: il settore si pone come paladino di una crescita positivist­a, fatta di concorrenz­a e legalità. Che ne diranno la politica (e i piccoli rappresent­anti da Confcommer­cio e Confeserce­nti)?

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