Tour negli stadi e l’album «Possibili scenari»
La sicurezza a Cesare Cremonini la danno le canzoni. Quelle che ha scritto in passato. «Dopo 18 anni ho le tasche piene di strumenti da utilizzare nella scrittura e negli arrangiamenti», dice. E a quelle che sono nel nuovo album «Possibili scenari» in uscita domani. «Non ho usato quegli artifici di moda adesso che ti garantiscono di arrivare fra i più trasmessi in radio. Ho anche evitato di aggrapparmi all’ancora dei miei ultimi successi e di ripetermi. Ho evitato duetti che ormai sono operazioni commerciali. Ho fatto canzoni oneste e sincere e credo potranno durare per anni». La sicurezza di Cremonini non è mai l’arroganza di chi sbatte in faccia views e dischi di platino. Altrimenti perché scegliere come primo singolo «Poetica», brano che non obbedisce alle regole della hit radiofonica, a partire dalla durata oltre i 5 minuti. «Mi sono lanciato da un trampolino alto e ho scoperto che esiste lo spazio per fare qualcosa di diverso. È stato un tuffo dentro me stesso, ho messo l’uomo a confronto col mestiere».
Queste le premesse. Il senso dell’album lo raccontano titolo e copertina. «La grafica richiama quelle immagini a colori che rilevano la temperatura. Fra tutti i “possibili scenari” che abbiamo di fronte, il calore umano è l’unico cui affidarsi. La parola chiave della mia vita adesso è empatia». E qui arriva la centratissima «Nessuno vuole essere Robin», ballad con la tradizione della canzone italiana nell’anima e l’ironia del racconto di un rapporto dove lei preferisce dormire con il cane che con lui e di un mondo dove tutti vogliono essere numeri 10 e «poi sbagliamo i rigori». «Il cane simboleggia il mutismo e l’incapacità di comunicare. Non riusciamo a far esplodere le sofferenze e le fatiche della nostra anima. I social network ci costringono a essere fighi.