Corriere della Sera

Quella linea di confine tra sogni felliniani e realtà

Da sempre divide due mondi. E due modelli di economia

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assolato come il transatlan­tico Rex al largo della riva adriatica. La Romagna, dicono a nord di Bologna, è terra di crape pelate: in gioventù propugnano la rivoluzion­e proletaria, poi marciano sulla capitale alla testa della reazione agraria.

L’Emilia è un’altra cosa, ha le idee quadrate come le piastrelle di Sassuolo, finisce sui giornali americani perché ha gli asili migliori che in Massachuse­tts, e quando Mussolini, «muslèn», andò a Maranello, dove il drake Enzo Ferrari già produceva le automobili con il cavallino rampante di Francesco Baracca, gli fecero mangiare la polvere, gli fecero, altro che piaggeria. L’emiliano è ostinato, empirico, cocciuto. Gianni Brera diceva che è troppo simpatico per fidarsi di lui. Di Romano Prodi, modello di emilianità da esportazio­ne, si sussurrava: «Gronda bontà da tutti gli artigli».

La Romagna, lo dice la parola stessa, guarda in giù. L’Emilia, invece, guarda in su. Lasciando stare i parmigiani — è evidente appena aprono la bocca che abitano un quartiere di Parigi — questa proiezione sul Baltico la spiegava bene Pier Vittorio Tondelli. Prendi Correggio, ad esempio, «sta a cinque chilometri dall’inizio dell’autobrenne­ro», se «hai soldi e tempo, in una giornata intera e anche meno esci sul Mare del Nord, diciamo Amsterdam, tutto senza fare una sola curva, entri a Carpi ed esci lassù». Naturale no?

A dire il vero, questa storia della rivalità tra i due tronconi della via Emilia non ha mai convinto nessuno: è più una posa letteraria. È la globalizza­zione regionale del campanilis­mo locale messo in scena da Alessandro Tassoni nel suo poema eroicomico La Secchia rapita (pubblicato a Carpi nel 1620). Lì i contendent­i per un nonnulla erano Modena e Bologna. Giù giù per li rami poetici si scende fino agli insulti e alle legnate politiche di Peppone e Don Camillo.

Poi, quando è necessario, Giovannino Guareschi li fa ritrovare di nascosto in canonica per risolvere i problemi e far progredire il paese. La narrazione è di un tipo, la sostanza è un’altra storia. E così, tra botte

Poi ci sono gli scrittori come Guareschi che li riunisce di nascosto in canonica e i problemi si risolvono

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Dettaglio La Via Emilia come appare nella Tabula Peutingeri­ana, XII-XIII secolo

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