«Non sarete più sole Siamo noi uomini a dover cambiare»
Non bastano le voci delle attiviste. Non basta invitare le donne a denunciare. Senza una presa di coscienza maschile ogni azione contro abusi, molestie, stupri, botte, femminicidi rischia di essere vana. Così come rischia di essere vana se non si prendono in considerazione le subordinazioni sottili, e spesso invisibili alle stesse donne, che anche la Convenzione di Istanbul indica come origine della violenza: «Una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione da parte degli uomini».
Violenza economica, disparità di salari, mancanza di sostegni alla genitorialità di uomini e donne, gabbie di pensiero che si perpetuano nell’educazione dei bambini. Ancor più estremizzati dai social. «Il sessismo è diffuso, altrimenti non si spiegherebbero ancora queste discriminazioni», ha sostenuto recentemente l’economista e sociologo Bernardo Kliksberg. «L’unico modo per fermarlo è la ribellione di uomini e donne».
Abbiamo invitato gli uomini a non tacere. A non sentirsi esclusi dalla violenza degli altri e a intervenire parlando agli altri uomini. Quelli che hanno risposto non sono attivisti impegnati nella ricerca di una diversa virilità. Hanno partecipato, con un video, manager, attori, studenti. Voci maschili, note e meno note, che rappresentano un pezzo di un percorso da poco iniziato. L’imperativo è: cambiare i linguaggi, cambiare i comportamenti.