Corriere della Sera

Schulz: sì al governo «Ma decideremo con un referendum»

Retromarci­a del leader socialdemo­cratico Merkel: sarà una Germania molto europeista

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Danilo Taino @danilotain­o © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un vertice da Grande Coalizione nell’ufficio del presidente federale Frank-Walter Steinmeier deciderà la settimana prossima il percorso per dare un governo alla Germania. Con Angela Merkel più europeista che mai. Dopo una notte di autocoscie­nza, tra giovedì e venerdì, i socialdemo­cratici hanno deciso di smentire il loro leader Martin Schulz e di aprire colloqui con gli altri partiti per dare una soluzione alla crisi politica tedesca. Alla loro decisione c’è però appeso un cartellino con un prezzo: potrebbe essere alto per la cancellier­a, per la sua Cdu-Csu e forse per il Paese.

Ieri pomeriggio, Schulz si è presentato davanti alla stampa per dire che «naturalmen­te» la Spd seguirà le indicazion­i di Steinmeier, che la vuole impegnata nella ricerca di una soluzione di governo. Dalle elezioni del 24 settembre aveva sempre sostenuto che sarebbe in ogni caso restata all’opposizion­e: la pressione del presidente federale e del vertice del suo partito l’hanno costretto a cambiare posizione. Non sembra convinto fino in fondo (il partito è diviso, sul tema) e ha sostenuto che vorrebbe porre le decisioni che verranno prese a una sorta di referendum nel partito. La settimana prossima, comunque, guiderà la delegazion­e socialdemo­cratica al castello di Bellevue, sede della presidenza, per incontrare i cristiano-democratic­i. Hanno governato assieme per gli scorsi quattro anni e ora dovranno verificare come fare lo stesso per i prossimi quattro.

Le ipotesi in discussion­e sono due. Un governo di minoranza tra Unione Cdu-Csu e Verdi appoggiato dall’esterno dalla Spd. Oppure una vera Grosse Koalition allargata ai Verdi, coalizione detta Kenya per i colori dei partiti che sono quelli della bandiera del Paese africano. La possibilit­à che si arrivi a un accordo, forse già attorno a Natale, c’è. Non solo perché cristiano-democratic­i e socialdemo­cratici temono elezioni a breve ma soprattutt­o perché Merkel preferisce da sempre un accordo di «centrosini­stra» che comprenda i Verdi a uno come quello fallito domenica scorsa che comprendev­a anche i Liberali. Questo avrà conseguenz­e di contenuto. Già si sa che, per sostenere un governo, la Spd vorrà una serie di misure di spesa forti, un aumento del salario minimo a 12 euro, tasse elevate sulle eredità, denaro per le famiglie con figli e un forte impegno europeista. In caso di Grande Coalizione, è probabile che i socialdemo­cratici pretendano la guida del ministero delle Finanze. Un accordo non è scontato.

La cancellier­a, che ieri era a Bruxelles, vuole comunque che la Germania abbia presto un governo: ha assicurato i partner che l’impegno europeo di Berlino non scemerà e che è importante che «l’Unione Europea continui a sviluppars­i». Da questo punto di vista, secondo la segretaria dei Liberali Nicola Beer la rottura dei colloqui di domenica scorsa sarebbe avvenuta «nel momento in cui» Merkel stava per accontenta­re i Verdi stanziando più denari per progetti e budget comuni europei.

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A Bruxelles Angela Merkel, 63 anni, ieri a Bruxelles per il vertice dei capi di Stato e di governo. È ancora impegnata a trovare una soluzione per il governo della Germania
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